Le auto in fila lungo il viale dell'Hotel Rigopiano poche ore prima della valanga

Rigopiano non c'è tra le emergenze di quel maledetto 18 gennaio

Nel verbale del Centro operativo regionale per le Emergenze non compare la richiesta di intervento urgente per liberare il resort, richiesta inviata dall'amministratore Di Tommaso via email un'ora prima della tragedia

PESCARA. È lungo l'elenco di emergenze che si trova nel verbale della riunione del Centro operativo regionale per le Emergenze (Core), convocata dal presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, nella Sala Tinozzi del Palazzo della Provincia di Pescara, «in relazione all'emergenza in atto - si legge nel verbale - causata dall'eccezionale precipitazione nevosa che ha colpito l'intero territorio regionale, aggravata dall'evento sismico verificatosi nella mattinata». La seduta si apre alle 15.40 del 18 gennaio e si chiude alle 17.25, più o meno mezzora dopo che una valanga ha travolto l'Hotel Rigopiano, causando la morte di 29 persone.

In quelle ore l'Abruzzo è flagellato da una miriade di criticità segnalate da sindaci e amministratori, molti dei quali presenti alla riunione del Core, ma anche da semplici cittadini. Rigopiano non viene considerata tra quelle emergenze. Nel verbale si fa riferimento alle «forti criticità nel versante Vestino della Provincia di Pescara e in quello della Maiella», alla situazione di Chieti, sommersa dalla neve, dove «per aprire i varchi nel centro storico» si stanno utilizzando i militari, al «crollo in un supermercato» a Penne (Pescara), alle «110.000 utenze disalimentate», agli interventi effettuati ad Arsita (Teramo), dove «un bambino è stato tratto in salvo a seguito di un crollo», e a molti altri fronti alle prese con gravi problemi. Il presidente D'Alfonso «chiede se Anas ha la disponibilità di personale capace di portare le turbine che si stanno recuperando» e «riferisce che ha fatto intervenire l'esercito per cinque situazioni più gravi: Chieti, Atri, Cellino Attanasio, Castellalto e Civitella del Tronto». Inoltre «assicura che chiederà il riconoscimento dello stato di emergenza». Di Rigopiano si saprà solo più tardi intorno alle 20, quando arriva la prima conferma. L'hotel nel verbale non c'è. Quel verbale è tra le carte acquisite a suo tempo dagli inquirenti, e inserito in un ulteriore filone di inchiesta su Rigopiano che riguarda la Carta Valanghe mai realizzata dalla Regione Abruzzo. Un documento ininfluente ai fini dell'emergenza, secondo gli inquirenti, in quanto mancando sia il Piano Regionale Rischi sia la Carta Valanghe, nulla avrebbe potuto stabilire o valutare anche in caso di Rigopiano. Invece diverso è il suo utilizzo per le vicende che riguardano la mancata realizzazione della Carta di rischio per le valanghe. Nel verbale emerge anche una trascrizione di quanto comunicato dall'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo. «Il prefetto comunica - si legge nel documento - che la viabilità allo stato non preoccupa particolarmente, anche se il Prefetto ha disposto il fermo di mezzi pesanti in alcune zone per non intralciare i soccorsi». 

Nel verbale, inoltre, si legge che il presidente D'Alfonso, insieme al segretario particolare Claudio Ruffini, «informa che stanno arrivando le turbine, che saranno distribuite (vedere allegato) tecnicamente secondo l'istruttoria degli organi competenti ad opera del Centro operativo di soccorso ed emergenza». Nell'allegato è scritto che ci sono «due turbine che provengono da Anas» e che la prima «viene portata su Pescara verso i comuni di Farindola, Villa Celiera e Montebello», con l'appunto che «se ne sta occupando Sarra, sindaco di Bolognano (Pescara)». La seconda turbina sarebbe invece destinata verso i comuni della Val Fino, nel Teramano. Sempre nel verbale vengono poi indicate altre due turbine provenienti da Strada dei Parchi e altre tre turbine in arrivo da Autostrade per l'Italia, tutte destinate verso località distanti da Farindola. La richiesta di intervento dell'hotel Rigopiano è in una mail delle 15:44, poco prima del disastro, firmata dall'amministratore unico, Bruno Di Tommaso, e indirizzata al prefetto, al presidente della Provincia di Pescara, al Comando della Polizia Provinciale di Pescara e al sindaco del Comune di Farindola. «Con la presente comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d'accesso, dal cancello fino alla Ss 42. Per quanto sopra, consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro».