«Rischio infezioni e poco personale»: tutte le criticità dell’ospedale di Pescara

Nel report della Garante degli anziani, Loretta Tobia, l’elenco delle carenze riscontrate.  «A geriatria pazienti nei corridoi perché i 46 posti letto a disposizione non bastano»

PESCARA. Pazienti nei corridoi, sistema di climatizzazione in larga parte assente, carenza di personale, denunce dei cittadini per infezioni contratte in ospedale, l’ex polo materno-infantile (Palazzo rosso), in stato di abbandono e ancora in attesa dei lavori di adeguamento. È lungo l’elenco delle criticità che il promotore dei diritti dei cittadini anziani, Loretta Tobia, ha riscontrato nel presidio ospedaliero di Pescara, rimettendo una dettagliata relazione al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, agli assessori alla sanità e al sociale, Silvio Paolucci e Marinella Sclocco, al Comune di Pescara, e al direttore della Asl, Armando Mancini. Rilievi che vanno ad aggiungersi a quello circa le presunte visite illegali all’interno dell’ospedale, in merito alle quali il manager Mancini ha esortato chi sa qualcosa a farsi avanti, a fornire dei dati «per poter individuare dove e come sarebbe avvenuto. Altrimenti sono dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano». Ieri Il Centro ha provato, senza successo, a contattare il manager per un commento sugli ulteriori rilievi del report.
RISCHIO INFEZIONI Massima attenzione alle misure di igiene ambientale in tutte le aree assistenziali, «in quanto la pulizia è fondamentale per la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti». È quanto raccomanda il garante in relazione alle «misure di igiene ambientale in riferimento al potenziale rischio infettivo». Il garante cita, in particolare, il Clostridium difficile tra le infezioni riscontrabili a livello ospedaliero, un batterio «molto frequente tra anziani e immunodepressi, in grado di sopravvivere negli ambienti per lunghi periodi di tempo se non vengono attuate misure di igiene ambientale attente e specifiche per ridurne il rischio di trasmissione a danno dei pazienti, degli operatori e dei familiari che li assistono». Il garante raccomanda di fare riferimento ai report epidemiologici sulle infezioni correlate all’assistenza, in grado di «ridurre l’incidenza delle infezioni e dei relativi contenziosi medico-legali».
RICOVERI Nel reparto di geriatria «la pianta organica autorizzata dal piano di rientro della Regione si è rivelata particolarmente insufficiente a rispondere alla reale molteplicità degli accessi. Infatti, i 46 posti letto non riescono a coprire le esigenze giornaliere». In questo modo si verifica «una vera e propria emergenza sanitaria quotidiana di sovraffollamento (circa 60 pazienti al giorno)». Una situazione che comporta da tempo «sistemazioni provvisorie nei corridoi o in altri reparti, privando i pazienti del diritto di ricevere un adeguato livello di assistenza».
CLIMATIZZATORI Tra i reparti nei quali si verificano i disagi maggiori geriatria, neonatologia, cardiologia, oncologia, medicina interna, pneumologia, pronto soccorso. «Tra questi», scrive la garante, «una problematicità molto grave è sicuramente quella riguardante l’unità di geriatria, così come confermato da primario e dalla coordinatrice infermieristica del reparto».
PERSONALE Sempre Nel reparto di geriatria gli infermieri sono passati da 15 a 12 «e l’unica caposala si occupa sia dell’ala Nord, sia dell’ala Sud, nonché dei pazienti ospitati in altri reparti di appoggio. Nella carenza di personale vanno considerate anche le assenze per malattie, part-time, maternità, nonché la possibilità di aspettativa per i figli fino al compimento degli 8 anni».
CARENZA DI SPAZI Rispetto alle esigenze assistenziali gli spazi risultano «notevolmente carenti. Una nuova organizzazione strutturale sarebbe possibile con l’uso del Palazzo rosso (ex polo materno-infantile), chiuso ormai da molti anni e in stato di abbandono, a causa di contenziosi sopravvenuti per ricorsi relativi agli appalti». La situazione, tuttavia, si è sbloccata da due anni, ma la Asl non riesce ad avviare l’adeguamento a causa della mancanza di un ufficio tecnico. La garante suggerisce quindi al Comune o alla Regione di risolvere al più presto questo problema.
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