Saranno onorevoli, Verì: la psicologa che crede nella sfida mercato-solidarietà

E’capolista al Senato della lista Monti: «In politica vanno superati certi steccati»

PESCARA. Nicoletta Verì, 57 anni, pescarese, di mestiere fa la psicologa e di questa professione assicura di aver portato in politica la capacità di ascolto e la moderazione. Nata politicamente in Forza Italia (la prima volta è stata eletta nel 2003 consigliere comunale a Pescara) adesso è capolista la Senato per la lista Monti. Posizione guadagnata sul campo, perché la Verì ha molto sèguito in alcuni ambienti legati alla chiesa e alla solidarietà, e un discreto pacchetto di preferenze: «In genere le donne vengono inserite in una lista come quota rosa, invece tutte le volte che mi sono presentata sono stata sempre tra i candidati più votati». Così è stato nel 2003, così è stato per la rielezione nel maggio del 2008 e poi nel dicembre dello stesso anno in Regione dove la Verì si è presentata nella lista del Pdl (a palazzo dell’Emiciclo la Verì è presidente della quinta commissione sanità).

La scelta di lasciare il Pdl per Monti «è maturata nel tempo», dice la Verì, quasi prima che il professore della Bocconi si imponesse sullo scenario della politica nazionale: «Mi sono convinta sempre di più che bisognava superare gli steccati della vecchia politica e la rigidità dei partiti. Mi sono sempre definita moderata nei toni, ma incisiva per tutto ciò che sono le riforme».

La Verì era dunque pronta per la proposta Monti: «Credo in questo progetto e credo anche in questo contenitore che racchiude parte della destra e parte della sinistra, con la presenza di elementi che vengono dalla società civile».

Se le si chiede perché un politico che si è speso per il welfare e per il sociale (lo ha scritto anche nel suo slogan: “Al servizio della gente”) si candidi con un tecnico considerato poco sensibile a quelle tematiche, risponde pronta: «Sono andata a leggere e a studiare l’agenda Monti riguardo al welfare e mi trovo in linea con le tesi che vi sono espresse. Il cuore e la linfa della proposta è il modello sociale europeo, una sintesi tra mercato e solidarietà».

«Bisogna diminuire quelle che sono le diseguaglianze, però non dobbiamo attenuare le riforme e le energie necessarie per la crescita».

Anche il concetto di solidarietà per la Verì va declinato in «forma attiva», programmatica, non come mera azione di sostentamento o di aiuto. «Ad esempio nell'agenda Monti c'è un passaggio dove si parla del reddito minimo di sostentamento, che deve essere condizionato alla partecipazione di programmi di formazione e di inserimento. Dobbiamo studiare anche per i più deboli misure che ne favoriscano l’inclusione perché abbiano un ruolo attivo nella società». Perché una società più giusta, moderna ed equa, dice la candidata dei montiani al Senato, «richiede di aggredire non solo il deficit finanziario ma anche il deficit di opportunità». In questo discorso resta centrale per la Verì la famiglia e tutto ciò che essa vuol dire in termini di welfare, educazione e assistenza. «La famiglia deve essere il cuore pulsante della società italiana, la risorsa fondamentale che va riportata al centro delle politiche fiscali». Come andrà il voto? Nicoletta Verì è ottimista: «Monti è una risposta che non trovi nelle piazze, ma solo quando sei a contatto con le persone, anche di quelle che non t’aspetti».

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