Alcuni genitori davanti all'ospedale

PESCARA 

Scandalo refezione, la rabbia dei genitori: pronti alla class-action

"Nei mesi scorsi abbiamo raccolto firme per far cambiare i menu. Vogliamo sapere se i nostri figli potranno tornare a mensa in sicurezza"

PESCARA. «Rabbia, paura, sconcerto, preoccupazione, panico».Sono tutte le emozioni provate dalle mamme e dai papà, un via vai di un centinaio di persone, che ieri hanno trascorso la giornata davanti al reparto di pediatria medica (terzo piano ala nord dell’ospedale), diretta da Giuliano Lombardi.
Per ore sono rimasti nella sala d'attesa del corridoio prima e dopo i prelievi di sangue ( e relativa terapia antibiotica) ai pargoli che giocavano, vivaci seppur febbricitanti, con i cerotti sulle braccine.
Nel tardo pomeriggio un gruppo di genitori, è sceso in strada davanti alla direzione generale, per gridare tutta la rabbia davanti alle telecamere del programma televisivo di Rai Uno, La vita in diretta.

Paolo Nardella, avvocato

Ai microfoni di Max Franceschelli, l'avvocato penalista pescarese Paolo Nardella ha annunciato «una class action per ottenere un risarcimento danni alle famiglie» che pagano lo scotto di una «epidemia dilagante», come la definiscono gli stessi genitori. I quali riferiscono un altro particolare:«Nei mesi scorsi abbiamo raccolto firme per far cambiare i menù non adatti ai bambini, mai una cotoletta ma tanta polenta». Lo scandalo delle intossicazioni alimentari è partito dal piano T ma coinvolge almeno altre 6 scuole, tra cui via Rubicone, Andersen, Malaguzzi, via Cecco Angiolieri, alcune ieri sono rimaste semideserte. La figlia di Nardella, 9 anni, alunna di terza del Piano T- Santa Filomena, comprensivo 5, è ricoverata in
Pediatria con una «infezione al sangue dai valori molto alti» riferisce il padre che annuncia provvedimenti «solo dopo aver individuato le responsabilità».
In attesa del "fattore scatenante delle infezioni" anche la Udicon, Unione per la tutela dei consumatori, diretta da Francesco Longobardi, metterà, come Nardella, gli uffici legali a disposizione delle famiglie gratuitamente. «Ora non pensiamo ai risarcimenti» commenta Tania Esposito, mamma di un alunno di 4 anni della Andersen,«vogliamo solo tutelare i nostri figli e sapere che torneranno a scuola in sicurezza, anche il prossimo anno». «Poteva accadere di peggio» è il timore delle mamme che riferiscono tutte la stessa cosa: i bambini hanno accusato febbre alta, vomito dissenteria tra venerdì e sabato, dopo aver mangiato alle mense, tra mercoledì e venerdì , tagliatelle al sugo, polpette di tonno, pasta con crema di carciofi, uova strapazzate, pasta alla marinara, arrosto di tacchino.
Francesca Carnoso, ha due figli iscritti al comprensivo 3 di via Milite Ignoto. Non sono interessati all'intossicazione, ma la madre segnala un altro aspetto della vicenda:«L'ordinanza sindacale gestisce correttamente il problema sulla carta, ma è un provvedimento miope che non guarda alle esigenze delle famiglie che lavorano e che hanno difficoltà a prelevare i figli in orario ridotto. Avevamo proposto un catering di pizzette, quindi prodotto controllato, ma neppure la scuola lo ha permesso. Noi però la mensa l'abbiamo pagata, da 3 a 5 euro a pasto, e ci aspettiamo che ora bonifichino e igienizzino le aule". Un'altra mamma del piano T, dove ieri sono entrati «solo 10 bimbi», annuncia:«Farò analizzare le feci di mio figlio, ma sono anni che la mensa fa pena, i bambini tornano a casa a digiuno».