Schianto in moto dopo il lavoro Muore a Udine 34enne pescarese 

La tragedia giovedì sera: Daniele Di Deo è finito con la sua Yamaha contro un palo dell’illuminazione Era conosciuto a Spoltore e Città Sant’Angelo. Gli amici: «Sempre sorridente e con la battuta pronta»

PESCARA. Ha perso il controllo della moto ed è finito fuori strada, contro un palo della pubblica illuminazione. La sua Yamaha si è fermata in mezzo alla carreggiata e il cuore di Daniele Di Deo, 35 anni da compiere il 29 luglio, originario di Pescara, ha smesso di battere poco dopo proprio lì in strada, su via Casali, a Villanova del Judrio di San Giovanni al Natisone, in provincia di Udine. Inutili i soccorsi del personale del 118.
Per l’uomo non c’è stato niente da fare. I traumi dell’incidente gli sono stati fatali, nonostante indossasse il casco. Sul posto anche il personale dei vigili del fuoco e della polizia stradale di Udine che si è occupata dei rilievi e dovrà risalire alle cause del tragico schianto in moto, avvenuto attorno alle 22.30, poco dopo la fine del turno di lavoro di Di Deo, che giovedì è stato impegnato dalle 14 alle 22.
L’uomo, operaio, era un dipendente della Inn-Flex, proprio a San Giovanni in Natisone. E aveva da poco lasciato l’azienda che si occupa di imballaggi, sacchetti alimenti per animali e altro. Una volta uscito da lì, a circa 150 metri di distanza, ha trovato la morte sulla sua Yamaha.
Di Deo, appassionato di motori, oltre che di musica, da qualche anno aveva un rapporto diverso con le moto: gli facevano paura, perché aveva avuto un incidente stradale. «E per anni non aveva più avuto una moto», ha raccontato ieri la compagna, Cinzia Mauro, al Messaggero Veneto, dal paese in provincia di Udine dove vivevano.
Ma da qualche mese ci aveva riprovato. Aveva deciso di «salire nuovamente in sella e se durante l’inverno aveva usato poco la Yamaha ora aveva ricominciato a guidarla, con la bella stagione».
Cinzia, originaria di Santa Maria La Longa, aveva conosciuto Di Deo in Abruzzo, dove l’uomo risiedeva fino a qualche anno fa, prima a Spoltore e poi a Città Sant’Angelo. E avevano deciso di trasferirsi insieme in Friuli perché «forse qui avremmo avuto prospettive migliori di vita per noi e per le mie figlie», ha proseguito la donna parlando della «nuova opportunità» che la coppia si era voluta dare. E così dal 2016 Di Deo era approdato a Santa Maria La Longa, dove viveva nella frazione di Mereto di Capitolo, dopo aver girato varie località italiane, tra cui Ancona e Trieste. E aveva trovato lavoro come operaio nella zona industriale della Brava.
Increduli i suoi colleghi che fino a due sere fa sono stati con lui, prima dell’incidente. «Siamo sconvolti, non riusciamo a capire cosa possa essere successo», ha detto David Tomasin, amministratore della società al Messaggero Veneto facendo notare che la moto di Di Deo è finita contro un palo a pochissima distanza dalla sede dell’azienda, nello stesso punto in cui – in curva, in leggera discesa – si è verificato un altro incidente mortale in cui ha perso la vita un 19enne del posto, a giugno del 2014.
Lo ricordano con affetto anche in Abruzzo. Silvia Frosinini, di Torrevecchia Teatina, aveva perso i contatti da tempo con il 34enne ma ricorda quando si incontravano ai raduni, essendo entrambi innamorati del tuning, cioè delle auto elaborate e modificate. «Ci trovavamo con altri amici in queste occasione e ricordo che anni fa aveva una Grande Punto nera e oro. Era una brava persona, sorridente, con la battuta pronta. La sua morte è una tragedia, quando l’ho saputo mi sono venuti i brividi, visto che lo conoscevo. E poi era davvero troppo giovane per morire».
Gerardo Di Fino ne parla come di «un ragazzo d’oro. Non lo vedevo da dieci anni ma di lui conservo l’immagine di una persona sempre disponibile, sul lavoro e nella vita privata». Lo aveva incontrato la prima volta proprio in ambito lavorativo. «L’ho conosciuto a Pescara, dove ero impegnato in un cantiere per la costruzione di un palazzo. Lui era venuto a montare le porte». Da quella volta era nata una amicizia «e in quel periodo siamo usciti insieme, di tanto in tanto. Poi io sono tornato ad Avezzano e l’ho perso di vista».
Da fissare i funerali di Di Deo. La procura della Repubblica, che dovrà restituire la salma alla famiglia, ha deciso di non disporre l’autopsia.
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