Sclocco: «Il cementificio diventerà un’oasi verde» 

La candidata sindaco lancia una proposta per riqualificare l’edificio di via Raiale «Prendiamo esempio da Barcellona per trasformare quell’area ora nel degrado»

PESCARA. Il cementificio di via Raiale, diventato il simbolo del degrado della periferia pescarese, potrebbe essere trasformato in un’oasi verde. È la proposta lanciata ieri dalla candidata sindaco del centrosinistra Marinella Sclocco.
«È ora di dare vita ad un progetto che finalmente riqualifichi quella zona di via Raiale porta di accesso della città», ha detto, «da quasi mezzo secolo il cementificio impatta sull’intera area metropolitana». «Sarà la prima cosa che farò da sindaco», ha assicurato la candidata, «cioè quella di presentare il progetto agli abitanti del quartiere. Tocca a noi uscire da una situazione di degrado che fa male all’intera città, non solo alla zona presa in considerazione, trasformando il cementificio da simbolo negativo in nuova immagine e volano per la città».
Sclocco ha chiamato l’iniziativa «Riprendiamoci il cementificio» e ha già un’idea di ciò che potrebbe diventare quell’area. «Potremmo realizzare un progetto verde già messo in atto in altri luoghi, dal Canton Ticino a Barcellona, sempre con risultati efficaci», ha affermato, «dobbiamo restituire dignità e vivibilità ai cittadini, che devono tornare ad essere orgogliosi della propria città».
«A Barcellona», ha spiegato la candidata sindaco, «l’architetto spagnolo Ricardo Bofill ha realizzato un mirabile esempio di rivalutazione dello spazio e dei materiali. Potrebbe succedere lo stesso a Pescara, che ha una struttura molto simile perché edificata dalla stessa proprietà. Una fabbrica di cemento risalente ai primi del Novecento trasformata in un tempio dell’architettura, tra giardini pensili e stanze dai soffitti altissimi».
La candidata è quindi entrata nel dettaglio della proposta. «Occorre prima di tutto», ha fatto presente, «un intervento di riacquisizione dell’area, o un accordo con la società nuova proprietà. Poi la bonifica con un piano di caratterizzazione e verifica della concentrazione di inquinanti nell’area». «Il tutto», ha concluso, «sempre con il coinvolgimento di pubblico, privato e fondi europei, unico modo per portare a casa il risultato». (a.ben.)
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