Sgominata gang dello spaccio minorenni usati come vedette 

Dodici arresti e 45 indagati: le centrali della droga in via Rio Sparto e Rancitelli

PESCARA. «Un bazar dello spaccio, alla stregua di un piccolo centro commerciale». In via Rio Sparto e via Lago di Capestrano la droga venduta dai rom della famiglia Spinelli e da altri era disponibile sempre, «24 ore su 24», e i clienti erano di ogni tipo, non solo giovani tossicodipendenti ma anche persone comuni. È questa l’istantanea dell’accusa che scattano i carabinieri parlando dell’organizzazione smantellata ieri nel corso dell’operazione antidroga chiamata “Sparta”, prendendo spunto proprio da via Rio Sparto, uno dei nuclei su cui si è concentrata l’attività degli investigatori, gli uomini del Nucleo investigativo del comando operativo.
E ieri, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Nicola Colantonio, gli uomini dell’Arma hanno arrestato 12 persone, mentre altre due sono latitanti, e hanno eseguito 28 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altrettanti indagati. Il blitz è scattato alle 5, ha visto scendere in campo circa 150 uomini, con unità cinofile ed elicottero, e i territori interessati non sono stati solo quelli di Pescara, Montesilvano e Francavilla ma anche quelli delle province di Chieti, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria.
Oltre ai 45 indagati ci sono anche tre minorenni, la cui posizione è al vaglio della Procura per i minorenni dell’Aquila: tre giovani di 16 – 17 anni che venivano utilizzati dall’organizzazione come vedette, delle sentinelle che tenevano sotto controllo il territorio, regolavano il flusso di clienti e stavano sempre con gli occhi aperti, in caso di intervento delle forze dell’ordine.
Le indagini hanno preso il via a ottobre del 2015 e sono andate avanti fino a giugno 2016. E’ nato tutto dagli accertamenti dei carabinieri sulle rapine seriali che hanno interessato il pescarese, tra cui quelle ai danni dei distributori dei carburanti. Gli autori dei colpi negli impianti di benzina, che poi sono stati arrestati, si rivolgevano agli Spinelli, a San Donato, per acquistare stupefacenti, e così si è aperto un nuovo filone di indagine. Un po’ per volta i carabinieri hanno accertato che nelle case popolari di San Donato e Rancitelli i componenti della famiglia Spinelli spacciavano a ogni ora del giorno e della notte. Per mettere insieme gli elementi a carico degli indagati sono stati utilizzati tutti i mezzi a disposizione, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali fino alle telecamere.
Tutto ruotava attorno ai coniugi Elena e Lino Spinelli, la prima detta “Carmosina”, di 37 anni, e il secondo detto “Ciabbotto”, di 46 anni, e attorno a loro c’erano anche diversi parenti. Oltre alla coppia sono stati arrestati: Marco Spinelli, 29 anni; Marco Di Rocco (28), Massimo Naccarella (35), Silvana Spinelli (39), Sulejman Mazzarelli Neziri, detto Giovanni (46), Patrizia Insolia (51), Massimiliano Leonzio (45), Giovanni Di Costanzo (58), Giustino Di Costanzo (51) anni, Aquilino Spinelli, l’ultimo ad essere preso nella giornata di ieri. Avevano un giro d’affari da un milione di euro l’anno, legato a 10 chili di cocaina.
Tra i collaboratori della banda (accusata di detenzione e spaccio), alcuni avevano il compito di «vigilare» sulle case dove si rifornivano i tossicodipendenti. Chiedevano ai clienti di tornare in fasce orarie diverse, vigilavano contro eventuali blitz delle forze di polizia e qualcuno «censiva i vicini, nel quartiere», per individuare eventuali confidenti degli investigatori e consigliare agli spacciatori alcuni accorgimenti per contrastare le forze dell’ordine. Il rifornimento, sostengono i carabinieri, avveniva da canali diversi. Da una parte c’era la malavita calabrese, la criminalità meridionale, e tra i nomi emersi c’è quello di Simone Cuppari, già finito nel mirino dei carabinieri di Chieti e della Dda aquilana, latitante da tempo, ritenuto «elemento di spiccio di un’associazione mafiosa», uno dei due destinatari del provvedimento di arresto non rintracciati ieri. L’altro canale era la malavita albanese che si è stabilita su Pescara i cui corrieri si spostano anche in bici, per le consegne.
Nei mesi sono stati eseguiti sei arresti in flagranza, con il sequestro di oltre un chilo e mezzo tra cocaina, marijuana e hascisc e sono due gli episodi più significativi. Il 4 febbraio 2016 Neziri è stato arrestato con Lino Spinelli e sono stati sequestrati 120 grammi di cocaina mentre il 17 marzo dello stesso anno sono stati arrestati gli albanesi Abdyli Klejdi, Jurgen Sokoli e Armando Mamutllari e sequestrati un chilo e 200 grammi di cocaina, oltre a 11.500 euro in contanti.
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