PESCARA

Si insedia il nuovo procuratore: al lavoro secondo la legge

Massimiliano Serpi arriva in procura: «Sono da anni un pubblico ministero, ne porto tutta la responsabilità e in qualche modo anche l'orgoglio della funzione»

PESCARA. «Sono da anni un pubblico ministero, ne porto tutta la responsabilità e in qualche modo anche l'orgoglio della funzione». Così Massimiliano Serpi, il nuovo procuratore della Repubblica di Pescara, che si è insediato questa mattina, nel corso di una breve cerimonia nell'aula uno del tribunale. Il giuramento è avvenuto davanti al giudice Maria Michela Di Fine e al reggente Gennaro Varone. Presenti il procuratore generale della Corte d'Appello d'Abruzzo, Pietro Mennini, il presidente del tribunale di Pescara, Angelo Bozza, i giudici e i dipendenti del tribunale e della Procura pescarese, i vertici delle forze dell'ordine al gran completo. «Come pubblico ministero ho acquisito sempre più la consapevolezza che le nostre indagini hanno un unico obiettivo, ovvero il vaglio del giudice - ha proseguito Serpi - Il pm non emette sentenze, ma raccoglie prove nel modo più completo e celere possibile, mentre è il giudice che emette le sentenze». Il nuovo procuratore capo di Pescara ha ricordato i propri trascorsi. «Sono in magistratura dal 1981 e dopo due anni da giudice a Modena ho sempre svolto il ruolo di pubblico ministero, i primi 11 anni alla Procura ordinaria di Bologna e poi altri 8 anni come sostituto alla Procura dei minorenni sempre a Bologna - ha detto Serpi -. Poi sono stato altri 4 anni nella Procura distrettuale, prima come sostituto alla direzione distrettuale antimafia e infine come procuratore aggiunto». Subito dopo ha compiuta una riflessione sul sistema della giustizia e sul ruolo dei pm. «La società attuale ha grandi pretese dal sistema della giustizia, vorrebbe che accaduto un fatto, eclatante o meno, e per le persone normali è eclatante anche uno scippo subito, vi fosse subito la risposta giudiziaria - ha evidenziato Serpi -. Questo non è possibile, questa è magia. Il pm ha il compito di raccogliere tutte le prove possibili, e qui siamo nell'opinabile, perchè ci sarà sempre chi pensa che un'indagine è incompleta e che si poteva fare meglio. Però il pm ha il compito di operare nei termini di legge - ha rimarcato il procuratore capo - e in tal senso il mio ufficio cercherà di operare sempre bene». Dopo avere sottolineato che è «fondamentale il rapporto che avremo con il presidente del tribunale, perchè il pm fa molte indagini e non sempre i tribunali sono in grado di fare tanti processi» e che «i tempi sono spesso dilatati, con il legislatore che ci propone soluzioni deflattive, sulle quali ci sarà il massimo impegno del mio ufficio», Serpi ha ringraziato tutti i presenti per essere intervenuti, augurando loro «buon lavoro, certo che faremo il massimo sforzo per cercare di raggiungere quella risposta giudiziaria che rappresenta l'obiettivo comune».

«Certamente la tragedia dell'Hotel Rigopiano sarà quanto prima all'attenzione del mio ufficio, lo è già e mi è chiaro che c'è il massimo impegno dei magistrati che se ne stanno interessando», ha detto Serpoi. Poi, rispondendo alle domande dei cronisti sulle richieste di «giustizia e verità» da parte dei familiari delle vittime, ha osservato di «non poter rivelare nulla sulle indagini in corso», ma ha rimarcato che «questo è il compito della procura prima e poi dei giudici, ed è il nostro impegno».