«Siamo abusivi in casa nostra Il Comune ci rilasci l’agibilità»

Il dramma di 16 famiglie che hanno acquistato un appartamento nel complesso immobiliare Gmg Da tredici anni attendono dall’ente i permessi e ora per averli dovranno pagare migliaia di euro

PESCARA. Non possono vendere il loro appartamento. E se dovesse esserci per qualche ragione un controllo dei vigili del fuoco, rischierebbero persino lo sfratto. È un dramma quello che 16 famiglie stanno vivendo da ben tredici anni. Hanno acquistato un appartamento nell’enorme complesso immobiliare Gmg in via di Sotto, ai Colli, ma dopo aver speso oltre 150mila euro per l’acquisto, hanno scoperto di essere praticamente abusivi. Le loro abitazioni, dopo tanti anni, non hanno ancora ottenuto l’agibilità.

Ma ora i proprietari hanno deciso di fare qualcosa. Hanno richiesto e ottenuto un incontro per oggi pomeriggio, alle 17,30, con il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli, che si era già occupato in passato del problema per i residenti di altre palazzine dello stesso complesso immobiliare. Poi, se la questione non si dovesse risolvere, potrebbe partire qualche protesta.

Rocco Di Crescenzo è proprietario di uno dei 16 appartamenti, all’interno del palazzo di quattro piani, che non hanno ancora l’agibilità. Gli altri sei edifici residenziali che fanno parte del complesso immobiliare insieme a un supermercato, una palestra e alcuni negozi, sono riusciti ad ottenere tutti i permessi nel 2013. «La nostra palazzina», spiega Di Crescenzo, «è l’unica rimasta senza agibilità. Non solo non possiamo vendere il nostro appartamento, ma se scoppia un incendio non riceviamo nemmeno un euro a titolo di risarcimento dall’assicurazione».

Il problema nasce dalla mancanza della documentazione necessaria per ottenere dal Comune l’agibilità. «La società ci ha garantito di aver già consegnato tutto ciò che serviva al Comune», fa presente il proprietario, «ma il Comune sostiene di non avere tutte le carte e, quindi, non ci può rilasciare l’agibilità». In proposito, nei giorni scorsi lo stesso Di Crescenzo hae avuto un colloquio con l’amministratore della Gmg che gli avrebbe assicurato ogni iniziativa possibile per risolvere il problema. «Siamo rimasti che mi contatterà», rivela, «o mi fornirà i documenti che loro asseriscono di aver già consegnato da anni in Comune».

Tra i documenti richiesti, figurano l’attestato di fine lavori e il collaudo, cui si aggiungono altri certificati divenuti nel frattempo obbligatori, come quelli per il consumo energetico, la rete idrica e la staticità. «Questi documenti avrebbero dovuto rilasciarli le ditte che hanno fatto i lavori», spiega Di Crescenzo, «le stesse ditte che ora non si trovano più o sono fallite».

Così, i 16 proprietari si trovano tra l’incudine e il martello. Non hanno più la possibilità di recuperare i documenti e così non possono ottenere il certificati di agibilità.

«L’unica soluzione sarebbe quella di rivolgersi a una ditta specializzata privata», afferma Di Crescenzo, «ma questa procedura costa migliaia di euro». Procedura cui è già ricorso uno dei condomini, che ha speso oltre 2mila euro per ottenere l’agibilità per vendere la sua abitazione a terzi. Ma oltre al danno si aggiunge la beffa. Dato che i documenti avrebbero dovuto essere consegnati tutti entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori di costruzione dell’edificio, ora le famiglie, al momento della consegna dei certificati, in ritardo di ben 13 anni, dovrebbero pagare una multa al Comune di 477 euro. Soldi che i proprietari non hanno affatto intenzione di pagare e si chiedono, in proposito, come mai tutti gli altri palazzi siano stati messi in regola, mentre il loro edificio no. Nel 2013, la situazione si era sbloccata grazie a un’intesa tra Comune e Gmc raggiunta al di fuori del contenzioso ancora in atto tra ente e impresa per la mancata realizzazione di alcune opere pubbliche previste nell’accordo di programma stipulato nel 1996. Alcune di quelle opere, tra cui una rotatoria in via di Sotto, sono state completate solo due anni fa.

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