Siccità e alluvioni, agricoltori in ginocchio 

Coldiretti: dimezzata la produzione di miele. Calata del 15% quella dei cereali e nel Fucino perduto il 20% degli ortaggi

PESCARA . Danni per milioni di euro all’agricoltura abruzzese, provata dall’alternarsi di eventi estremi - dalla siccità alle grandinate e agli allagamenti. A segnalare lo stato di sofferenza in cui versano gli addetti del settore è la Coldiretti. «Nella settimana più calda dell’anno è emergenza, dalle città alle campagne, dove gli agricoltori sono impegnati nell’irrigazione in soccorso dei terreni per salvare le coltivazioni in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro fino alla frutta», spiega l’associazione di categoria, che ricorda come con temperature vicine ai 40 gradi anche le piante siano esposte ai rischi dei colpi di calore e stress idrico, che compromettono la crescita dei frutti, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali. Soffrono anche gli animali, con la produzione di latte nelle stalle che cala, le galline che producono meno uova e le api che non volano più e non producono miele.
AGRICOLTORI IN DIFFICOLTÀ. In Abruzzo la situazione è davvero problematica. Il 5 agosto scorso la Regione ha approvato la delibera con la quale chiede al governo il riconoscimento dello stato di emergenza per il “ciclone” del 10 luglio, quantificando in poco meno di 4,5 milioni di euro il danno subìto dalle aziende agricole, per la maggior parte situate lungo la costa, il settore più provato dalla violenta grandinata. Certo, afferma Silvano Di Primio presidente regionale di Coldiretti Abruzzo, è difficile intervenire sulle cause dei cambiamenti climatici, i effetti ormai sono ben visibili.
CROLLA LA PRODUZIONE. Tanto per citare qualche dato, Di Primio stima in una percentuale compresa tra il 10 e il 15% la perdita della produzione di cereali, «un calo», sottolinea, «dovuto solo in parte all’azione della fauna selvatica, ma la maggior parte riconducibile al caldo afoso e alla mancanza di acqua». Per non parlare delle api, stressate a tal punto da non volare più, con un crollo della produzione di miele abruzzese stimabile, dice Di Primio, nell’ordine del 50%. Anche le mucche producono meno latte, e perfino le galline ovaiole hanno rallentato il “ritmo”. Emblematico è quanto sta accadendo alle colture di ortaggi nella Marsica. «Nel Fucino», dice ancora il presidente regionale di Coldiretti, la produzione di patate, carote e finocchi è crollata del 20%», a causa delle piogge insistenti di maggio e della siccità estiva. Eppure, in primavera, di acqua ne è venuta giù tanta. Troppa, e tutta insieme.
IL PROGETTO. La mancanza di infrastrutture in grado di gestire l’alternanza tra siccità e periodi di super-abbondanza è un altro dei problemi dell’agricoltura abruzzese. «È difficile dire cosa fare, ed è ancora più difficile pensare di cambiare le nostre abitudini», prosegue Di Primio, quelle che sono alla base dei cambiamenti climatici in atto. Coldiretti, insieme a Terna a alla società Bonifiche Ferraresi, è direttamente impegnata in un programma che prevede sì la realizzazione di invasi e programmi per il risparmio di acqua, ma, conclude Di Primio, «bisogna fare la manutenzione agli alvei dei fiumi, e tornare a coltivare anche le terre marginali. Solo così si evita il fenomeno del ruscellamento dell’acqua piovana, e quindi le alluvioni, utilizzando acqua per irrigazioni e e produzione di energia».