Sindaco indagato: «Chiarirò tutto al pm» 

Mancati controlli sugli scarichi abusivi di Fosso Vallelunga, Alessandrini chiede di essere ascoltato e prepara un dossier

PESCARA. I mancati controlli sugli scarichi abusivi a fosso Vallelunga, tra Pescara e Francavilla. Il sindaco di Pescara Marco Alessandrini sarebbe indagato per questo. E l’avviso di garanzia ricevuto lunedì dal personale della Capitaneria di Porto non avrebbe nulla a che fare con la balneazione.
Il primo cittadino ritiene di aver fatto tutto il possibile, tenuto conto delle competenze comunali e anche oltre, visto che il lavoro dell’amministrazione si è intrecciato e sovrapposto a quello dell’Aca specie per quanto riguarda gli scarichi abusivi, sostengono in Comune. E gli uffici hanno già predisposto una relazione accurata che dettaglia tutto. Alessandrini spera di essere sentito il prima possibile, essendo certo di poter chiarire come stanno le cose e volendosi difendere direttamente «nei luoghi competenti», anche per evitare che «questa vicenda generi visioni e letture distorte per basse finalità politiche».
Il reato ipotizzato è inquinamento delle acque ma nel mirino della Procura non ci sarebbero i controlli sulla qualità del mare bensì quelli sull’inquinamento di Fosso Vallelunga. Ma le contestazioni «emergeranno con chiarezza» quando il sindaco sarà interrogato dal sostituto procuratore Paolo Pompa, che ha coordinato le indagini della Capitaneria. Partendo da un esposto degli ambientalisti, la Procura intende vederci chiaro su Fosso Vallelunga e sugli interventi realizzati in questo punto a partire dal 2014, dall’insediamento di Alessandrini. Guardando indietro nel tempo, l’unico problema registrato dal Comune risalirebbe ai primi mesi di quest’anno, quando sono stati riscontrati sul fosso valori altissimi ed è stata accertata la presenza di due allacci abusivi alla condotta delle acque bianche (acque piovane). Il Comune ha provveduto a tappare i due scarichi e tutto è tornato nella norma, stando proprio alla ricostruzione del sindaco, risolvendo così il problema «alla radice». Dopo questo episodio l’amministrazione ha ricevuto una contestazione ed è stato sanzionato, anche se la questione era stata già superata dal Comune.
Per quanto riguarda il fronte della balneazione, Alessandrini assicura che fosso Vallelunga «non è mai stato un problema particolare perché la qualità delle acque è stata, dal 2013 in poi, o buona o sufficiente. Nel 2017 la qualità delle acque era scarsa mentre quest’anno è sufficiente». Lo confermano i risultati delle analisi che proprio ieri l’Arta ha trasmesso al Comune sui campioni prelievi effettuati mercoledì, e si parla di valori «conformi». «Questo non è mai stato un luogo critico, ci sono stati solo degli episodi sporadici», assicura Alessandrini, e i divieti su quel tratto di spiaggia sono stati «solo temporanei», quando la qualità delle acque è risultata scarsa. Poi, ogni volta che i parametri rientravano nella norma, il divieto veniva revocato.
Alessandrini, che ha già chiesto (attraverso il suo difensore Vincenzo Di Girolamo) di essere ascoltato presto dal pm, si fa forte del lavoro svolto. «Nel 2016, ad esempio, sono stati tanti gli interventi sul fiume, tra cui quelli del collettore, e il Comune si è più volte sostituito all’Aca, per quanto riguarda gli scarichi abusivi». A fosso Vallelunga, in particolare, sono stati svolti sia i lavori anti-allagamento per risolvere «un problema endemico» sia la bonifica del fosso, «avviata da noi, che ora è ferma per questioni segnalate dagli ambientalisti sui tempi di riproduzione di alcune specie presenti in quel punto. Dovrebbero riprendere a giorni». È tranquillo, Alessandrini, e spera che nessuno alimenti «psicosi. Potrebbero avere ripercussioni sull’estate ma non avrebbero ragion d’essere».