la protesta unisce abruzzo e lazio 

Sit in al casello di 60 sindaci  «I rincari ci penalizzano»

ROMA . Sono partiti di buon’ora gli oltre sessanta sindaci di Lazio e Abruzzo, provenienti dalle province di Roma, Rieti e L’Aquila, che ieri hanno dato vita a un sit-in di protesta contro il rincaro,...

ROMA . Sono partiti di buon’ora gli oltre sessanta sindaci di Lazio e Abruzzo, provenienti dalle province di Roma, Rieti e L’Aquila, che ieri hanno dato vita a un sit-in di protesta contro il rincaro, di quasi il 13%, dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25 che collegano le due regioni.
L’appuntamento era all’uscita del casello di Vicovaro-Mandela, all’uscita della barriera di Roma. I primi cittadini hanno chiesto «immediata sospensione degli aumenti e la declassificazione del tratto urbano della Roma-L’Aquila dalla barriera di Roma Est fino all’intersezione della Tangenziale Est».
«L’aumento scellerato dei pedaggi su A24 e A25 penalizza non solo il turismo in territori ricchi di attrattive, ma soprattutto i pendolari per motivi di lavoro, universitari, scolastici e sanitari. Oggi (ieri, per chi legge, ndr), siamo qui per opporci a tutto questo» ha detto il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, voce delle aree interne abruzzesi, che ha partecipato alla manifestazione organizzata dal sindaco di Vicovaro, Fiorenzo De Simone, insieme alla collega di Carsoli, Velia Nazzarro. «Si tratta di un aumento criminale, avrà ripercussioni su oltre 100mila cittadini» ha aggiunto Giovagnorio. Nei giorni scorso,alla notizia dell’aumento, il sindaco di Aielli, Enzo Di Natale, aveva lanciato una raccolta firme online che ha già superato le 95mila sottoscrizioni. «Questo dovrebbe far capire l’entità del malcontento generale», ha detto ancora il primo cittadino di Tagliacozzo.
«La situazione penalizza l’hinterland romano in primis e tutte le aree interne laziali e abruzzesi, è un aumento spropositato, che peserà sulle tasche dei lavoratori che devono fruire dell’autostrada anche per motivi sanitari». Con il ridimensionamento degli ospedali minori in presidi, infatti, molte prestazioni sanitarie vengono assicurate dai nosocomi delle grandi città. «Questo vorrà dire che per una visita specializzata si dovrà aggiungere il costo del pedaggio», ha precisato Giovagnorio.
«Si rischia una vera e propria diaspora degli studenti», ha concluso, «ai quali conviene prendere una casa in affitto, piuttosto che pagare cifre esorbitanti per viaggiare, e questo non possiamo assolutamente permetterlo».