Soldi per far ottenere le invalidità Berghella patteggia 2 anni e 8 mesi 

Faceva credere ai pazienti di pilotare l’esito delle pratiche da presentare alla Asl per le pensioni Per il medico ed ex consigliere comunale di Forza Italia disposto il sequestro di beni per 32mila euro

PESCARA. Ha patteggiato 2 anni e 8 mesi di reclusione, Vincenzo Berghella, ex consigliere comunale di Forza Italia, finito sotto processo nella sua qualità di medico, per aver spillato soldi ad alcuni dei suoi pazienti, facendo credere loro di poter pilotare l’esito delle pratiche per il riconoscimento dell’invalidità, e in questo modo mettendo nei guai anche i malcapitati che si recavano nel suo studio, poi coinvolti nel procedimento. Ieri il gup Bongrazio ha ufficializzato il patteggiamento per Berghella, per il quale è stato disposto anche un sequestro di beni per equivalente di 32 mila euro.
Il professionista doveva rispondere di corruzione, millantato credito e circonvenzione di incapace. Il cammino per arrivare a questo patteggiamento è stato comunque piuttosto lungo visto che dal marzo dello scorso anno, quando la procura ha chiesto il giudizio immediato per tutti, ci sono voluti diversi mesi per concordare la pena. Berghella per poter ottenere il patteggiamento ha dovuto risarcire una delle sue pazienti (l’unica non indagata) per 80 mila euro e la Asl di Pescara per altri 5 mila euro.
Nel corso della stessa udienza il gup ha poi emesso la sentenza nei confronti di sei dei dieci pazienti che avevano chiesto il rito abbreviato. Dopo aver derubricato il reato da induzione indebita a tentativo di induzione, il giudice ne ha assolto uno e condannato gli altri a pene varianti da 4 ai 6 mesi.
Il caso Berghella prese il via dalla denuncia di un paziente che il 15 luglio del 2015 tentò di accoltellare il medico pescarese nel suo studio. Scavando su questo episodio e sentendo una serie di pazienti, gli investigatori scoprirono un giro piuttosto ampio di richieste di denaro fatte dal medico agli stessi pazienti: soldi che dovevano servire per “ungere” gli incolpevoli componenti della commissione medica della Asl che nulla avevano a che fare con questa storia. Ma ad inchiodare Berghella furono anche diverse intercettazioni ambientali nello studio, riprese filmate, oltre alle dichiarazioni di quanti furono costretti a versargli i soldi per cercare di ottenere quel documento di invalidità. Dai 1.000 ai 4.000 euro le somme richieste e parzialmente ottenute dal professionista come anticipo. L’imputato arrivò anche a chiedere 32 mila euro ad una paziente che voleva un aiuto per far entrare il figlio nella Marina Militare: Berghella si era impegnato a raccomandare il ragazzo ad una persona che occupava una posizione di vertice nelle forze armate.
Soltanto millantato credito per l’accusa: per Berghella era soltanto un modo per intascare soldi dai suoi pazienti. E a fermarlo non fu sufficiente neppure la misura cautelare disposta dal gip Sarandrea di temporanea sospensione dalla professione medica. Una misura che si trasformò ben presto negli arresti domiciliari in quanto, proprio nel periodo di interdizione dalla professione medica, Berghella avvicinò una sua paziente per invitarla a rivedere le sue dichiarazioni con gli inquirenti. Avrebbe dovuto dichiarare falsamente che le somme di denaro che gli aveva versato erano riferite all’attività che lui aveva svolto accompagnando la signora presso le commissioni mediche. E addirittura che 30 mila euro riguardavano l’acquisto di un’auto. La signora denunciò tutto e per Berghella scattò l’aggravamento della misura per inquinamento delle prove e arrivarono gli arresti domiciliari.
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