Il capo della banda, Alexandru Bogdan Colteanu, arrestato a Caserta

L'ASSALTO ALLA VILLA

Sono sei i banditi spietati di Lanciano 

Il capo della banda romena, da minorenne, derubò e seviziò dentro casa l’anziano padre del sindaco di Frosinone

LANCIANO. Le belve di Lanciano sono sei, all’appello mancano un basista che vive in città e un ricettatore residente tra Velletri e Frosinone. Sono tutti romeni. Ma spunta anche il coinvolgimento di una donna che si trovava sulla Golf nera uscita fuoristrada la notte che ha preceduto i fermi dei primi tre rapinatori, Costantin Aurel Turlica, di 22 anni, Ion Cosmin Turlica (20) e Aurel Ruset (25), uno dei quali è stato incastrato ieri dal riconoscimento da parte di Niva Bazzan e del marito Carlo Martelli, moglie e marito rapinati e seviziati in casa tra sabato e domenica scorsi, di un piccolo tatuaggio a forma di cuore impresso sul collo. Ma tra i nuovi indizi c’è anche un’immagine ripresa dalla telecamere dell’Ubi Banca di Lanciano, dove le belve hanno subito ritirato soldi con i bancomat presi a Martelli, una immagine che oggi può chiudere il cerchio intorno al presunto capo della banda, il 26enne Alexandru Bogdan Colteanu, fuggito tre ore dopo la rapina insieme a uno dei tre complici, intercettato, inseguito e arrestato quattro giorni dopo, giovedì pomeriggio, dalla polizia a poche decine di metri dallo stadio di Casal di Principe, il regno dei casalesi, nel Casertano.
Dovrebbe essere proprio lui il quarto rapinatore ripreso dalla telecamera della banca lancianese. Gli spostamenti del capobanda sono determinanti inoltre per individuare i complici che mancano all’appello. Dopo essere stato filmato anche da una telecamera dell’Autogrill di Brecciarola Nord sull’A25, Colteanu, a bordo della Golf Nera, e accompagnato da uno degli altri tre rapinatori, ha raggiunto Velletri dopo però aver speso una parte dei soldi rapinati ai Martelli acquistando abiti nell’Outlet di Valmontone.
Il loro viaggio è poi continuato. Ma non è escluso che i due abbiano incontrato uno dei due complici che mancano ancora all’appello. Nella zona di Frosinone, infatti, vive la famiglia del presunto boss della banda. Ed è sempre nel capoluogo della Ciociaria che si consumò un precedente agghiacciante. Le belve di Lanciano hanno anche vissuto e colpito a Frosinone con una o più rapine fotocopia. Il protagonista del precedente è proprio Alexandru Bogdan Colteanu. Era ancora un ragazzino, il 26enne romeno sospettato di essere il capo della banda che ha assaltato la villa della famiglia Martelli, quando rapinò e picchiò a sangue in casa l’anziano padre di Michele Marini, l’ex sindaco Pd di Frosinone.
L’uomo fu legato ad una sedia e massacrato di botte per ore. E poi fu ricoverato per un mese in ospedale. La stessa cosa che accadde ad altri due imprenditori di via Marittima, sempre a Frosinone, due settimane dopo. Anche loro picchiati per farsi dire dove erano soldi ed i valori. A rintracciare Colteanu e ad arrestarlo, dopo una lunga fuga, furono allora gli uomini della squadra mobile della città della Ciociaria. Non era solo però il romeno coinvolto nella rapina di Lanciano. Allora con lui fu arrestato anche un parente stretto.
A Frosinone li chiamavano i giardinieri perché con questa scusa entravano a lavorare nelle ville poi rapinate. E quel colpo gli costò una condanna a sei anni di carcere di cui ora deve scontarne solo uno. Lunedì sarà interrogato a Caserta, mentre i tre complici saranno sentiti oggi nel carcere di Lanciano. E non è escluso che facciano scena muta.
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