CARO OMBRELLONE

Stessa spiaggia, stesso mare: caccia ai prezzi migliori 

In Abruzzo la giornata media costa 53 euro per una famiglia di 4 persone Più della Puglia, meno delle Marche. E in Molise si spende ancora di meno

PESCARA. Ombrellone, lettino e sdraio. Parcheggio. Pasti e gelati. Il conto della spesa per la giornata al mare costa in Abruzzo 53 euro per una famiglia di quattro persone. Come l’anno scorso. Nessun rincaro, né diminuizioni. Sette euro circa in meno della media nazionale – che viaggia intorno ai 60 euro –, ma 3 euro in più della Puglia, che fa dell’offerta turistica marina il suo brand principale e allo stesso prezzo della Sicilia, che, quanto a mare, non ha nulla da invidiare alla costosa Sardegna (81 euro al giorno).
Di contro tuttavia l’Abruzzo può vantarsi di far parte di quel gruppetto di regioni virtuose dove i costi dell’estate al mare sono rimasti immutati. Almeno per quest’anno.
L’indagine sul caro spiagge è stata realizzata dall’Adoc, l’associazione difesa e orientamento dei consumatori, a livello nazionale. Prende in considerazione i costi giornalieri per ingresso e servizi, più gli extra e la ristorazione.
L’Abruzzo è posizionato nella seconda metà della classifica e, per quel che riguarda i mancati aumenti, è in linea con Lazio, Puglia, Marche, Campania, e Molise. Tutto questo in controtendenza con l’andamento generale dei prezzi giacché mentre da noi i prezzi sono rimasti li stessi dell’anno scorso, l’aumento tendenziale è stato registrato attorno al 2,3%.
Le regioni dove si registrano i maggiori rincari sono in Sardegna (+7,5%), Sicilia (+8%) e in Emilia-Romagna (+6,6%). «L’unico calo è stato registrato in Basilicata, i cui costi scendono del 3,7%», spiega Roberto Tascini, presidente dell’Adoc che parla comunque di «aumento contenuto» nelle altre regioni.
Scendendo nei particolari, la prima spesa che una famiglia affronta se sceglie di godersi il sole sulla costa abruzzese è quella di 27 euro (in media) per quattro ingressi, ombrellone, lettino e sdraio. Anche in questo caso, secondo l’Adoc, il prezzo è lo stesso dell’anno scorso ed è sotto la media. Infatti il costo rilevato a livello nazionale per questi servizi standard degli stabilimenti balneari è pari a meno di 30 euro per famiglia, con punte massime in Sardegna (43 euro) e Liguria (40 euro). Bisogna però considerare anche la ristorazione, cibo e bevande più quelli extra legati al parcheggi e ad altri servizi, come le docce calde, non comprese nei costi standard.
In Abruzzo il conto sale allora di altri 26 euro (22 per la ristorazione e 4 per gli extra), e rimane sotto la media nazionale di 30,40 euro con punte massime in Sardegna (38 euro) e Toscana (35 euro).
Così, sempre secondo l’indagine Adoc, una famiglia può arrivare a spendere poco meno di 53 euro se sceglie di trascorrere una giornata al mare da Martinsicuro a San Salvo e, in via generale, 60 euro se va in altre località, con punte minime in Molise – dove bastano 48 euro – e il top in Sardegna a 81 euro (si tengono alte anche Liguria e Toscana, che superano entrambe le 70 euro).
L’Adoc ritiene che gli stabilimenti possono diventare la chiave di volta per promuovere il turismo balneare e culturale, tutelare l’ambiente costiero e rilanciare l’economia blu. Ma la loro gestione dev’essere ripensata e l’annosa questione delle proroghe definitivamente risolta. «E’ un punto, quello delle concessioni, che deve necessariamente essere chiarito, in modo da poter gettare le basi per futuri investimenti e definire, una volta per tutte, chi ha il diritto e l’onere di investire nel settore», afferma il presidente Roberto Tascini: «Per i consumatori tali investimenti possono tradursi in vantaggi sia in termini di qualità dei servizi offerti sia di prezzi più concorrenziali». Per l’associazione sarebbe infine opportuno mantenere aperta la stagione balneare anche dopo la fine dell’estate, in particolare nelle regioni più favorite dal clima, «perché i prezzi più bassi sono di certo un incentivo alle famiglie». A settembre, per esempio, negli stabilimenti si arriva a risparmiare il 30% rispetto ai costi estivi.