PESCARA

Storia di Mohammed e di altri 27 clochard salvati dalla strada

Da settembre a marzo, i volontari di Caritas e On the Road hanno avvicinato 243 persone con i “Servizi di prossimità”

PESCARA. Mohammed è un uomo di mezz’età e viene dal Nord Africa. A causa di problemi di salute ha perso il lavoro – sì, perché Mohammed era un immigrato che si dava da fare - e si è ritrovato senza tetto. Oltre che all'aggravarsi delle condizioni di salute, la strada ha influito anche sul suo morale: Mohammed ha perso la speranza in un futuro sereno e il tumore diagnosticato ha distrutto totalmente qualsiasi tipo di aspettativa. Ora è chiuso nella sua disperazione. Eppure, il calore di una tazza di latte e delle mani accoglienti di chi quel po’ di cibo glielo porge ogni sera, sembra scalfire quel rigido muro nero. Pian piano una piccola fessura si apre tra lui e il mondo lasciando spazio a una flebile fiducia.

I suoi problemi non sono svaniti, restano, ma non è più solo ad affrontarli: così Mohamed può ricominciare a camminare, come le altre 26 persone tolte dalla strada. E lo fa accettando il tetto che gli operatori della Caritas gli hanno offerto. L'ex clochard vive nella Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II” da quella sera di ottobre, quando ha superato la resistenza timorosa di una casa e ha chiesto di essere accompagnato in un dormitorio. È la storia a lieto fine di uno dei tanti disperati che vivono sulla strada, molti dei quali sulla strada vogliono spesso rimanere, come emerso dalle testimonianze raccolte dal Centro durante il tour notturno in camper organizzato dall'unità di strada della Caritas e On the Road, a conclusione del progetto semestrale "Servizi di prossimità" finanziato dal Comune per 60 mila euro e promosso dall'assessore alle Politiche sociali, Antonella Allegrino. Le due organizzazioni si muovono di notte sul territorio, quattro volte a settimana, per effettuare una trentina di contatti a sera, anche sulla base di segnalazioni dei cittadini attraverso il numero telefonico 349 7856242 messo a disposizione dell'amministrazione. Da settembre a marzo, gli operatori delle unità di strada hanno avvicinato 243 persone (170 uomini e 73 donne) di varia nazionalità, compresi 35 pescaresi residenti, ex operai artigiani provenienti da famiglie disagiate.

«La storia di Mohammed finisce bene» dice Corrado De Dominicis, operatore della Caritas diretta da don Marco Pagniello, «ma in genere è un dolore lancinante, estremo, che appartiene a tanti, troppi. Da quel Venerdì santo, Mohammed non ha più interrotto il suo cammino di “cambiamento”: accompagnato dai nuovi amici dell’unità di strada, è riuscito ad affrontare visite mediche e interventi e a lasciarsi aiutare da operatori e, volontari». La parabola di vita di Mohammed è simile a quella di Assan, di Lyubomir ma anche a quella di Mario, di Antonio, di Virgilio, di Annamaria, nomi di fantasia che ci raccontano delle 27 persone avviate su un percorso di cambiamento offerto dal progetto “Servizi di prossimità”. Una trentina di avvicinamenti e contatti ogni sera sulle strade cittadine. «Un numero meno eclatante» chiosa De Dominicis «di quelli gridati a sconforto dei cittadini, ma troppo elevato per una società organizzata che stenta a giocare sull’accoglienza. Settanta le persone rimpatriate, 16 quelle accolte nelle strutture di altre associazioni e 7 ospitate, oggi, nel dormitorio cittadino con progetti individualizzati. Non mancano i fallimenti di uomini incontrati e finiti in carcere o tornati sulle strade della prostituzione, ma Mohammed è di insegnamento, innanzitutto per noi, perché con la sua esistenza ci invita a non arrenderci e a sperare in un mondo migliore». (c.co.)