Tagliano luce e acqua nel palazzo pericolante di via D’Annunzio

Un cartello avverte: servizi sospesi dal 15 maggio Dieci famiglie costrette a lasciare subito gli appartamenti

PESCARA. Le ultime dieci famiglie rimaste nel palazzo pericolante di viale D’Annunzio 259-261 saranno costrette a lasciare immediatamente le abitazioni. Dal prossimo 15 maggio, cesserà l’erogazione di tutti i servizi condominiali, come l’acqua la luce delle scale, l’ascensore. Lo ha annunciato l’amministratore Katya Giancola con dei manifesti affissi nell’androne dello stabile.

«A seguito dell’ordinanza del sindaco di Pescara nel mese di marzo 2013», si legge nel manifesto, «si informano i signori condomini che, a far data dal 15 maggio verranno sospesi tutti i servizi di natura condominiale (acqua, luce, gradinata, ascensore, ecc.)». «Si pregano tutti i condomini», conclude il documento, «di comunicare all’amministratore il nuovo indirizzo per il recapito della corrispondenza».

Insomma, le 10 famiglie, su un totale di 34 proprietari, che non hanno ancora ottemperato all’ordinanza di sgombero, emanata dal sindaco Mascia ai primi di marzo, dovranno per forza lasciare i loro appartamenti se non vogliono restare al buio e senz’acqua. Dovranno trovare al più presto una nuova sistemazione, perché gli alloggi popolari provvisori, promessi dal Comune per alcuni dei residenti, non sono ancora pronti.

I guai per i condomini di viale D’Annunzio sembrano non finire mai. Qualche settimana fa, è svanita persino la speranza per i condomini di poter accedere ai contributi per la ricostruzione post terremoto, perché gli uffici del Comune hanno respinto le richieste avanzate dagli stessi proprietari. Inoltre, l’immobile è stato dichiarato inagibile e diversi residenti hanno già lasciato i loro appartamenti, ma i condomini dovranno lo stesso pagare tutte le tasse, compresa la famigerata Imu, anche se gli appartamenti sono vuoti. Il palazzo è stato costruito tra il 1962 e il 1963 ed è composto da 10 piani con 34 appartamenti, di cui 32 adibiti ad abitazioni, 2 studi professionali, oltre a 6 locali al piano terra destinati ad attività commerciali. Il fabbricato, come risulta dalle prime relazioni risalenti addirittura al 1988, ha sempre avuto problemi di pendenza, con l’inclinazione dello spigolo di nord-est a causa di cedimenti differenziali del terreno di sedime su cui poggia. Dopo il terremoto del 6 aprile 2009, a detta degli stessi condomini, i problemi di stabilità dell’edificio sarebbero ulteriormente peggiorati a causa di un aggravamento del cedimento statico. Nel settembre 2011, su incarico del condominio, l’ingegnere Cerasa ha effettuato ulteriori controlli nell’edificio e ha concluso la sua relazione facendo presente che «le cause che potrebbero portare al crollo dell’edificio e il momento sono, allo stato attuale, imponderabili».

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