l’opera nelle aree di risulta

Teatro, Pd e Fli contro Mascia «Fa propaganda elettorale»

PESCARA. Non si placano le polemiche dopo l’annuncio del sindaco Mascia di aver dato il via, con l’approvazione del progetto preliminare in giunta, all’iter per la realizzazione del nuovo Teatro dell’...

PESCARA. Non si placano le polemiche dopo l’annuncio del sindaco Mascia di aver dato il via, con l’approvazione del progetto preliminare in giunta, all’iter per la realizzazione del nuovo Teatro dell’Adriatico nelle aree di risulta. Opera che costerà 24 milioni 400mila euro.

«Considerando la grave crisi economica», ha detto il capogruppo del Pd Moreno Di Pietrantonio, «forse, sarebbe più opportuno potenziare e valorizzare le strutture esistenti a cominciare dal teatro Michetti mai aperto, ai teatri Massimo e Circus da circa 1000 posti e non annunciare spese folli per una struttura, sia pure prestigiosa, ma assolutamente anti economica e fuori tempo». «Forse», ha proseguito, «sarebbe più utile per la nostra città realizzare un Palaeventi da 7-8mila posti, in grado di attrarre le più grandi manifestazioni nazionali e internazionali, in modo da creare un indotto economico e lavorativo per tutto l'anno. Un progetto preliminare per il Paladriatico è stato realizzato dalla facoltà di Architettura dell'università D'Annunzio».

Fortemente critici anche i consiglieri, sempre Pd, Enzo Del Vecchio e Gianluca Fusilli. Questa è un’amministrazione», hanno osservato, «che presenta un embrione di un teatro enorme per la nostra città e non si accorge di cadere nel ridicolo, non essendo riuscita in quattro anni nemmeno a rendere agibile il teatro Michetti, già di proprietà del Comune dal 2007». «Siamo di fronte», hanno proseguito, «ad un’amministrazione di teatranti che cerca colpi ad effetto per recuperare un’immagine irrimediabilmente persa».

Dello stesso tono i commenti giunti da Fli. «Il proposito del sindaco», ha affermato Fabio Di Paolo, «di realizzare il nuovo teatro nell'area di risulta rappresenta l'effetto della propaganda elettorale che ben si coniuga con la politica degli annunci». «Mi viene da sorridere», ha concluso Massimiliano Pignoli, «pensando all’idea della costruzione del teatro, conoscendo le urgenze di una città in ginocchio da tempo e ferma su se stessa».

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