Treni, i pendolari di Pescara bocciano i nuovi orari

Petizioni e proteste: «Le scelte fatte non tengono conto dei tempi di uffici e università»

PESCARA. Tutto da rifare. Con l’entrata in vigore dell’orario invernale dei treni i pendolari denunciano perdite di tempo pesanti per i viaggiatori, che stanno portando molti a rinunciare all’uso dell’ecologica ferrovia per rimettersi al volante e aumentare ancora lo smog nel capoluogo adriatico, meta della maggior parte di loro. Da Vasto a Teramo, con fulcro Pescara, sale la protesta dei tanti che quotidianamente si spostano su rotatie lungo questa direttrice – studenti e lavoratori in maggioranza – per i nuovi orari dei treni locali adottati dall’11 dicembre scorso creando «disagi insopportabili».

La definizione è del Comitato dei pendolari Teramo-Pescara, sottoscritta anche da un foltissimo gruppo di «insegnanti, medici, agenti di pubblica sicurezza, dipendenti di banca e di enti pubblici, operai e impiegati di aziende private», ovvero «utenti del treno del mattino che parte dalla stazione di Pescara Centrale alle 7.08 e termina la corsa a Vasto-San Salvo» che hanno avviato un raccolta di firme da inviare al presidente della Società unica abruzzese di trasporto Tua. Ma sotto accusa è anche e soprattutto Trenitalia, che gestisce anch’essa la linea su committenza della Regione.

«Quello che è accaduto al trasporto ferroviario regionale è grave e preoccupante» denunciano i pendolari. «Lo stravolgimento degli orari del mattino, le fermate di Bellante, Notaresco e Silvi cancellate, i cambi obbligati alla stazione di Pescara centrale per chi va o viene da Porta Nuova o da Tribunale-Università sono solo alcuni dei numerosi disagi che il nuovo orario ha determinato a persone che già di per sé affrontano quotidianamente il sacrificio di doversi spostare per lavoro o per studio a decine di chilometri da casa».

I pendolari contestano in particolare la scarsa presenza di treni che da Teramo scendono verso Pescara nella fascia oraria che va dalle 7 alle 8 del mattino. La corsa delle 7.25 che arrivava alle 8.40 è stata sostituita da quella delle 6.47 in arrivo alle 7.57, ne segue una alle 7.47 che arriva alle 8.55, quindi ecco la nuova corsa delle 8.17 che arriva alle 9.30. «Un disastro», commenta un ingegnere pendolare da anni, «non c’è più il treno che arriva intorno alle 8.30 che era il migliore se si tiene conto di orari di uffici, banche università e quant’altro. Quanti entrano al lavoro dopo le 9, 9.30? Quanti prima delle 8? Sugli orari di che utenza sono state fatte le nuove scelte? Si arriva o mezz’ora prima o mezz’ora dopo e con disagi ulteriori per arrivare da Pescara centrale a Porta Nuova. E per chi viaggia ogni giorno anche un quarto d’ora è importante».

Speculari i disagi denunciati al ritorno: «Si sa che si esce dal lavoro o alle 14 o dopo le 16.30», osserva il Comitato: «invece hanno tolto le corse più frequentate, messo l’inutile treno delle 16.17, e quello alle 17.09 da Porta Nuova ti porta alla centrale dove devi cambiare e prendere quello delle 17.25!. A cosa servono», chiedono i pendolari, «gli imponenti lavori in corso alla stazione di Porta Nuova se poi le scelte portano di fatto ad un depotenziamento della stazione stessa, essendo quasi più conveniente andare a piedi alla stazione centrale per prendere il treno?.

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