Troppo distratti alla guida: è boom di incidenti e feriti 

Pescara e provincia in controtendenza rispetto alle statistiche del resto d’Italia Nel 2018 registrati 885 incidenti (quasi due e mezzo al giorno), 13 le vittime

PESCARA. Pescaresi sempre più distratti alla guida. Non solo l’uso dei cellulari e dei dispositivi mobili mentre si è al volante, ma spesso alla base degli 885 incidenti registrati nel 2018 nel capoluogo adriatico e nella sua provincia c’è anche l’alta velocità e la disattenzione degli automobilisti. I dati sull’incidentalità diffusi ieri dall’Automobile club d’Italia mostrano una nuova, preoccupante impennata dei sinistri dopo la flessione registrata negli ultimi anni.
In Abruzzo gli incidenti stradali rilevati nel 2018 sono stati 3.145, ben 199 in più rispetto al 2017 (+6,7%). In aumento anche le vittime della strada: 76 morti (7 in più dell’anno precedente, +10,1%) e 4.683 feriti (288 in più del 2017, pari a +6,5%). I numeri a Pescara e nella sua provincia sono da brividi: 885 incidenti in 12 mesi, quasi due e mezzo ogni giorno, che hanno provocato complessivamente 13 morti e 1.261 feriti. Il trend continua ad aumentare: la percentuale è del +18,8% rispetto al 2017, che quantificato fa 140 incidenti in più rispetto al 2017, che si concentrano maggiormente fra Pescara (452 sinistri), Montesilvano (164), Città Sant’Angelo (48) e Spoltore (40). Giampiero Sartorelli, presidente dell’Automobile Club di Pescara, ha analizzato i motivi alla base del nuovo allarme stradale.
Quali sono le cause dell’impennata di incidenti?
«La colpa, nell’80-90 per cento dei casi, è della distrazione. Soprattutto tra i giovani si registra un uso e un abuso del cellulare mentre sono alla guida, perché danno troppa importanza a uno strumento che invece di facilitarci la vita sta creando innumerevoli difficoltà. Spesso si guida come ci facciamo la barba al mattino o come ci si trucca, senza prestare la dovuta attenzione a ciò che accade intorno. E invece le nostre città, in molte ore della giornata, sono caotiche. Gli automobilisti pensano di essere soli e finiscono per non accorgersi, o accorgersi troppo tardi, di pedoni, ciclisti o animali».
Rispetto al resto d’Italia, com’è la situazione a Pescara e provincia?
«I dati aggregati evidenziano in Italia una lieve diminuzione dei morti per incidenti stradali: 3.334 vittime nel 2018, meno 44 rispetto al 2017, degli incidenti, meno 2.380, e dei feriti, meno 3.831. A Pescara, invece, i dati sono allarmanti. La riflessione è che riprendiamo un trend in salita che pensavamo di esserci lasciati alle spalle qualche anno fa, quando ci stavamo avvicinando all’obiettivo del 50 per cento in meno di incidenti auspicato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Invece i 13 morti sulla strada nella nostra provincia sono un numero eccessivo che dovrebbe spingerci a sederci tutti intorno a un tavolo per chiederci cosa sta succedendo e come si può intervenire».
Ci sono strade più pericolose di altre?
«Scorrendo le cronache, appare evidente che gli incidenti si concentrino sulla Nazionale, lungo la Tiburtina e la circonvallazione di Pescara, oltre che all’altezza della galleria di Francavilla. Anche tante piccole rotatorie realizzate negli ultimi anni, invece di aumentare la sicurezza, spesso hanno acuito il problema, visto che il 90 per cento degli automobilisti prima di immettersi nelle rotonde non si ferma. Penso ad esempio alla rotondina tra via Marconi e via Colonna che è fatta veramente male o a quella davanti al Molino De Cecco che è disegnata a terra col pennello. Specie da quando è stata aperta la nuova strada che va verso il tribunale, questo incrocio è diventato pericoloso perché nessuno si accorge della rotonda. Oppure su viale D’Annunzio i passaggi pedonali sono tutti sbiaditi e soprattutto di notte non si vedono».
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