Tumori in Abruzzo, dopo cinque anni il 56% dei pazienti sta bene 

Il dato medio contenuto nel nuovo report dell’Agenzia sanitaria regionale La percentuale varia tra maschi e femmine e in base al tipo di neoplasia

PESCARA. È del 55,5%, in Abruzzo, la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi di un tumore. Un dato di poco inferiore (circa un punto) rispetto alla media italiana del 56.7%, e appena superiore a quella del Sud (55,4%). I dati sono contenuti nel report numero 7 del Registro tumori dell’Abruzzo istituito dall’Agenzia sanitaria regionale diretta da Alfonso Mascitelli, organismo dell’assessorato regionale alla Sanità guidato da Nicoletta Verì. Sono lontani, dunque, i tempi in cui si parlava di cancro come di una male incurabile. Grazie ai progressi della ricerca sono sempre di più coloro che hanno sconfitto la malattia. Quello dell’Agenzia sanitaria regionale ”Sopravvivenza dei pazienti oncologici in Abruzzo, anni 2013-2019”, è un lavoro aggiornato, coordinato dal professor Lamberto Manzoli, che prende in esame 23 tipi di neoplasia (escluse quelle della cute). Lo studio evidenzia differenze di genere piuttosto significative: se a livello complessivo la percentuale media di sopravvivenza è di 55,5 persone su cento, il dato sale al 61.5% per il sesso femminile, e cala al 42% per il sesso maschile.
 Oltre al professor Manzoli, allo studio hanno lavorato  Giorgia Fragassi, Vito Di Candia, Giorgio Salvatore e Maria Elena Flacco.
LA PROGNOSI. «Tuttavia», si legge nel report, «la prognosi varia enormemente in base alla sede tumorale interessata. La sopravvivenza netta standardizzata a 5 anni passa da valori vicini o superiori all’85% (tumori della tiroide, prostata, testicolo, mammella, melanoma cutaneo), a valori inferiori al 10-20% (tumori del pancreas, polmone, fegato, colecisti e vie biliari». L’analisi stratificata per genere, invece, «mostra una prognosi nettamente migliore per le donne rispetto agli uomini, con una sopravvivenza per questi ultimi inferiore di quasi il 10%. Questa differenza», secondo gli autori dello studio, «si deve in parte alla diversa distribuzione delle sedi tumorali: nel sesso maschile, per esempio, il cancro del polmone è più frequente e, dato che la sopravvivenza è inferiore, nel calcolo complessivo tra i maschi vi sarà una quota maggiore di casi con cattiva prognosi. Inoltre, per alcune sedi tumorali (stomaco, polmone, melanoma, sistema nervoso centrale) la prognosi è significativamente migliore nelle donne».
LE DIFFERENZE. Se a livello complessivo la sopravvivenza dei pazienti abruzzesi può essere grosso modo sovrapposta al dato nazionale, ci sono delle sedi che, al contrario, hanno mostrato differenze piuttosto marcate. È il caso dei tumori della laringe, si legge ancora nello studio, «con valori più bassi del 5.3% in Abruzzo, rispetto alle altre Regioni del Sud ( 63.5% contro il 68.8%)», oppure delle leucemie (con una percentuale di sopravvivenza inferiore del 4.1%). La cervice uterina, invece, presenta valori più elevati del 6.2% (in Abruzzo è il 69.7% contro il 63.5%), così come avviene per i tumori dell’ovaio (+3.6% in Abruzzo), il testicolo (+3.5%), i linfomi Non-Hodgkin (+4.1%). Per i soli maschi, inoltre, si è riscontrata una sopravvivenza inferiore in Abruzzo per i tumori della tiroide (-4.7%), e superiore per i mielomi (+10.4%). Per le sole donne, si è invece osservata una sopravvivenza maggiore per i tumori dello stomaco (+7.%), e inferiore per il fegato (-5.1%) e i mielomi (-4.3%).
L’AVVERTENZA. «Per quanto concerne i tumori della laringe», avverte lo studio, «per i quali si sono osservati valori particolarmente bassi di sopravvivenza tra le donne, va tuttavia tenuto presente il numero ridotto di casi. A causa della bassa potenza statistica, nonostante la differenza con i dati nazionali sia marcata, questa non è apparsa statisticamente significativa. Lo stesso concetto si applica ai tumori del fegato, sempre per le femmine, e ai tumori della tiroide per i maschi. In ogni caso, sebbene non si possa escludere che le differenze osservate siano dovute al caso, e occorra cautela nell’interpretazione, i dati di queste tre sedi sono gli unici apparsi effettivamente negativi e saranno oggetto di monitoraggio approfondito nelle prossime analisi».