Turrivalignani, arriva il commissario

Il sindaco si è dimesso, al comando Il vice prefetto Mucci che traghetterà il Comune alle elezioni

TURRIVALIGNANI. Le aveva definite irrevocabili e così è stato. Le dimissioni presentate dal sindaco Roberto Di Cecco l’8 gennaio scorso– indagato con l’accusa di aver rilasciato un numero ingente di autorizzazioni di noleggio con conducente Ncc a favore di soggetti che, in realtà, non hanno mai svolto il servizio di trasporto secondo le regole del disciplinare – non sono state revocate dall’interessato e ieri, dopo 20 giorni, sono divenute definitive. Da ieri il Comune di Turri è stato commissariato. Il prefetto Vincenzo D'Antuono ha nominato commissario la dottoressa Milena Mucci, vice prefetto, che ha svolto lo stesso incarico nel 2000 a Civitella Casanova e che avrà il compito di traghettare il Comune nell’ordinaria amministrazione fino a nuove elezioni che, con tutta probabilità, ci saranno a maggio prossimo, in concomitanza con la scadenza elettorale per il rinnovo delle amministrazioni di altri paesi della Val Pescara.

In seguito all’inchiesta Roberto Di Cecco era finito ai domiciliari lo scorso 12 dicembre, arresti revocati l'11 gennaio dopo la presentazione delle dimissioni. Il gruppo di opposizione di centrosinistra della lista Un Buon Paese guidato da Marina Canzano e formato anche da Giancarlo Serafini, Gianni Iezzi e Mariano Molinaro aveva commentato le dimissioni di Di Cecco come «unico atto sensato della legislatura dopo che erano passati circa 30 giorni dagli arresti scattati per gravi capi di imputazione come corruzione continuata e associazione per delinquere».

Oggi salutano con entusiasmo l’arrivo del commissario perché l'evento rappresenta la fine una gestione e apre le porte a una nuova fase politica per il paese «che dovrà essere impostata», affermano, «soprattutto sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica».

Di Cecco, 55 anni, al suo secondo mandato con la lista Turri per Tutti sarebbe durato in carica fino al 2014.

A Turrivalignani sarebbero state rilasciate 80 licenze Ncc, un numero enorme e, secondo quanto sarebbe emerso, non autorizzato e, secondo la polizia di Roma che ha svolto le indagini sarebbero state ottenute in cambio di esborsi dai 2 mila fino ai 10 mila euro e ritenute illegali poiché i detentori non osservano l’obbligo della rimessa dei mezzi da noleggio nel comune concessionario. Di Cecco, difeso dall'avvocato Giuliano Milia, respinge le accuse sostenendo di non aver mai preso soldi. (w. te.)

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