Un pontile a piazza Primo maggio la Regione offre un milione

Primo passo per la realizzazione del “Ponte del cielo”, il progetto voluto fortemente da D’Alfonso L’amministrazione comunale pronta a lanciare un bando per trovare altri soldi con gli sponsor

PESCARA. Quando, nel luglio 2011, D’Alfonso lanciò, in un convegno, l’idea di un pontile lungo 100 metri sul mare di piazza Primo maggio, in molti pensarono, forse, a un sogno irrealizzabile. Invece, quel sogno ora si sta piano piano materializzando, perché sono arrivati i primi soldi. Nei giorni scorsi, la Regione ha stanziato un milione di euro per costruire l’opera che il presidente dell’amministrazione regionale aveva chiamato già al convegno del 2011 Ponte del cielo. Lo ha rivelato un suo fedelissimo, il vice sindaco Enzo Del Vecchio. Certo, un milione non basta per realizzare un’opera del genere, ma è un primo passo. E l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Alessandrini ora ci crede, al punto tale che è già in programma un bando per la ricerca di privati intenzionati a finanziare il resto dei lavori. In tutto, secondo una stima di Del Vecchio, ci vorranno almeno 3 milioni di euro.

Al Comune, quindi, non costerà nulla. O quasi. Come è accaduto per il Ponte del mare, finanziato, grazie all’intervento di D’Alfonso allora sindaco, da sei mecenati. E anche stavolta dovrà essere per forza questa la strada, perché il Comune non ha soldi. Anzi, ha i bilanci in profondo rosso, al punto da dover richiedere al ministero dell’Interno la procedura di predissesto finanziario per risanare i conti.

Insomma, Pescara potrebbe tornare ad avere un pontile, come quello che si affacciava sul mare dalla spiaggia di Eriberto nel lontano 1934.

A distanza di tanti anni i cittadini potrebbero riavere quell’opera. Un’opera che, secondo D’Alfonso, sarebbe indispensabile per il capoluogo adriatico. «Il Ponte del cielo», aveva detto D’Alfonso a quel convegno di tre anni fa e mezzo fa quando non era ancora presidente di Regione, «sarà una passeggiata sull’acqua che porterà in un luogo aperto all’orizzonte del mare. Offrirà la possibilità di una pausa della nostra agitata e irrefrenabile vita quotidiana». Il suo disegno appare molto semplice. Una serie di pali conficcati nella sabbia per reggere una pensilina che arriverà oltre la barriera degli scogli. Poi, due soste per giocare con il mare e, infine, attrezzature dal carattere provvisorio per sostare e incontrarsi nella parte finale più ampia. Così lo aveva presentato D’Alfonso. «Il Ponte del cielo», aveva detto ancora a quel convegno, «avrà la forma e l’estetica di una costruzione naturale, come un trabocco più esteso e proteso sull’acqua, entrerà nel paesaggio arricchendolo. Nello stesso tempo, sarà un’attrezzatura che indurrà curiosità, frequentazione, vita». «Il Ponte del cielo è un sogno», aveva concluso, «un sogno che intendo realizzare con tutti quelli che lo voglio condividere».

E adesso che è presidente della Regione ha i mezzi a disposizione per poter aiutare il Comune a realizzarlo. Un’amministrazione amica, come quella di Alessandrini, farà il resto. Ma ci saranno imprenditori o aziende intenzionati a coronare questo sogno di D’Alfonso? Trovare dei mecenati, come avvenne con il Ponte del mare, di questi tempi non è certo semplice. Potrebbe farsi avanti qualche balneatore della zona pensando di poter incrementare la propria clientela con un’attrattiva del genere. Tutti ricordano, del resto, il progetto che il compianto Eriberto Mastromattei, presentò tanti anni fa. Anche quello era un pontile, ma molto più pretenzioso e costoso di quello che intende realizzare D’Alfonso.

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