Un pronto soccorso in ogni stabilimento 

Dotazione medica obbligatoria, avere il locale è facoltativo. La Guardia costiera spiega le regole salvavita da rispettare

PESCARA. Meno morti annegati, aumento delle persone soccorse, locale di pronto soccorso non più obbligatorio in ogni lido ma facoltativo, il bollino blu concesso ai diportisti che avranno superato una serie di controlli riguardanti le dotazioni di sicurezza e il possesso della documentazione prevista per andare in mare. E il lancio del progetto “Plastic free”, realizzato dalla Guardia costiera in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, che coinvolgerà gli stabilimenti balneari per educare anche i cittadini a comportamenti virtuosi sul riciclo e l’uso della plastica. Sono alcune delle novità dell’operazione “Mare sicuro 2019”, promossa dalla Direzione marittima di Abruzzo, Molise e isole Tremiti, che partirà eccezionalmente domani (e non il 15 giugno come negli anni scorsi) e si protrarrà sino alla fine dell’estate con l’obiettivo di garantire sicurezza ai bagnanti e ai naviganti. L’iniziativa, giunta al 28° anno, è stata illustrata ieri alla capitaneria di porto di Pescara dal direttore marittimo e capitano di vascello Donato De Carolis, dal comandante del 3° nucleo aereo Pescara Davide Severino, dal comandante della capitaneria di Termoli Francesco Massaro, dal vice comandante della capitaneria di Ortona Angelo Napolitano. Insieme a loro per presentare il progetto “Plastic free” il segretario generale di Marevivo, Mariapia Rapini. I NUMERI DI MARE SICURO.Più di 100 militari della Guardia costiera pattuglieranno fino al 15 settembre (anche oltre se sarà necessario) 150 chilometri di costa, tra Giulianova e le Tremiti, a bordo di 12 motovedette, 7 battelli di varie dimensioni e una piccola flotta di elicotteri tra cui il Nemo 11, sovente utilizzato per il recupero dei corpi in mare, e l’Atr 42 per il monitoraggio delle coste con sistemi a infrarossi. A livello nazionale saranno tenuti sotto controllo 8000 km di costa con una squadriglia di 3000 operatori in campo. Squadre a terra (perfettamente riconoscibili dalla divisa bianca d’ordinanza) saranno impiegate per controlli e multe, in caso di inosservanza delle regole, negli stabilimenti balneari, tra i bagnanti in spiaggia e nelle postazioni del servizio di salvataggio.
RISERVE MARINE E SCUOLE. Tra gli interventi di tutela e costante osservazione rientrano anche le riserve marine abruzzesi della Torre del Cerrano e del Borsacchio e delle isole Tremiti, in territorio pugliese. L’operazione “Mare sicuro” coinvolge anche gli studenti delle scuole primarie (il plauso dei vertici della capitaneria pescarese alla scuola elementare di Cappelle sul Tavo per l’originale ideazione di una canzone sull’ambiente) e le università di Teramo, Campobasso e Pescara.
I DATI SULLA SICUREZZA. I dati relativi agli ultimi tre anni, 2016-2018, evidenziano come la security in mare, promossa dalla Guardia costiera, abbia funzionato soprattutto in alcune circostanze. Ad esempio, sono diminuite le persone decedute per annegamento, passate da 16 nel 2016, 8 nel 2017 e 2 nel 2018, di cui un morto per malore. Di contro, sono aumentate le persone soccorse a vario titolo: 72 nel 2016, 149 nel 2017 e 218 nel 2018. Il numero dei controlli antinquinamento e pesca svolti dal personale a terra sono passati dai 3522 nel 2016 a 3944 nel 2018, con una punta di 4050 nel 2017. Quasi seimila ogni anno i controlli effettuati negli stabilimenti balneari. I quali devono mettersi tutti in regola obbligatoriamente sui dispositivi di primo soccorso in uso al personale di salvataggio. Da quest’anno reso facoltativo, «perché di fatto è impossibile assicurare un locale sterile e consono», l’uso delle stanze obbligatoriamente aperte nei lidi, secondo recenti disposizioni, e adibite alle prime emergenze.
PRONTO SOCCORSO. Questi i paletti fissati dall’ordinanza della Regione Abruzzo (determina dph 002/21 del 1° marzo 2019) che stabilisce l’apertura e chiusura della stagione balneare tra il 2 marzo e il 13 ottobre: i « concessionari dovranno obbligatoriamente dotarsi di materiale di pronto soccorso di immediata disponibilità come il pallone Ambu, o apparecchiatura equipollente riconosciuta dalle autorità sanitarie, tre bombole di ossigeno terapeutico monouso, portatile e omologato, tre cannule orofaringee per la respirazione artificiale di cui una ad uso pediatrico, le mascherine per la respirazione bocca a bocca e una cassetta di pronto soccorso con medicinali in corso di validità». E naturalmente il defibrillatore. Le attrezzature sono in uso ai bagnini e i titolari dei lidi che li usano per le prime emergenze.
CONSIGLI UTILI. Ai bagnanti, i vertici della capitaneria ricordano che «la balneazione è sempre vietata nei porti e negli approdi, nel raggio di 50 metri dallo specchio d’acqua antistante la foce di fiumi, torrenti e canali, a meno di 200 metri dalle navi in rada, nel raggio di 200 metri nelle zone di mare in cui vi siano lavori in corso, all’interno dei corridoi di lancio, in zone dichiarate non idonee alla balneazione dalle autorità competenti». Inoltre «tutto l’anno è vietato transitare, sostare, pescare, tuffarsi dalle scogliere frangiflutti, dai pennelli e dalle opere poste a difesa della costa». Vietato anche «effettuare tuffi dalle piattaforme galleggianti prendisole installate negli specchi d’acqua antistanti le strutture balneari». Gli stabilimenti devono dotarsi del servizio di salvamento dal 1° giugno all’8 settembre dalle 9.30 alle 18.30. Il numero verde per l’emergenza in mare è il 1530.