«Una ciclostazione per noleggiare i mezzi»

Il progetto di un ingegnere pescarese presentato al Comune: una zona di scambio all’area di risulta

PESCARA. Nella ciclostazione del futuro le bici si potranno noleggiare, acquistare, oppure parcheggiare per un tempo illimitato, pagando un affitto, quotidiano o con abbonamento mensile, di pochi euro. Un progetto di ciclostazione, sul modello di Bologna, Bari, Como e Reggio Emilia, esiste anche a Pescara ed è stato presentato, senza riscontri, alle amministrazioni comunali che si sono succedute. Lo ha ideato e realizzato Luigi Di Giovanni, ingegnere pescarese di 40 anni, che ha riproposto il suo modello di trasporto urbano ecologico agli attuali amministratori e recepito dal vice sindaco Enzo Del Vecchio. La ciclostazione dovrebbe realizzarsi intorno alla stazione ferroviaria, area strategica di collegamento tra il trasporto urbano ed extraurbano, occuperebbe una superficie di 150-200 metri quadrati e verrebbe affidata alla gestione di associazioni, cooperative, società private.

In base al progetto, chi arriverà a Pescara, anche da fuori zona (è stato stimato un traffico di oltre 100 mila auto al giorno) con altri mezzi, come bus, treno o auto, potrà recarsi nel luogo dove sarà realizzata la struttura, con ogni probabilità l’area della stazione ferroviaria, noleggiare la bici e utilizzarla, in parte o l’intera giornata, come mezzo di trasporto cittadino. A fine giro, riconsegnerà la due ruote e ritornerà a casa col mezzo di trasporto prescelto. In questo modo si possono abbattono tempi e spese e combattere l’inquinamento. Il modello progettuale prevede anche una officina meccanica all’interno, per lasciare la bici in riparazione e un lavaggio, spazi custoditi e telecamere.

«La struttura», spiega Di Giovanni, fruitore delle altre ciclostazioni italiane, «dovrebbe sorgere nei luoghi di interscambio, per questo l’ideale sarebbe la stazione centrale o l’area di risulta. Abbiamo già incontrato gli amministratori e le associazioni ambientaliste». Questa, dunque, potrebbe essere la volta buona per la nascita della ciclostazione che andrebbe a integrarsi con il nuovo progetto amministrativo di collegamento delle piste ciclabili. «Meglio ancora», secondo Fabrizio Montefusco, cicloamatore del movimento Ciclisti anonimi pescarese, «se si riuscisse a creare un percorso ciclabile che congiungesse corso Vittorio Emanuele, la Strada parco e viale Marconi, ovvero le vie cittadine con maggiori attrattive dal punto di vista economico, funzionale e turistico. Lungo queste strade, infatti, sono collocati il polo universitario, lo stadio, il Comune e altri uffici amministrativi, le Poste, la Camera di Commercio, il conservatorio, la stazione ferroviaria. Il grande problema di Pescara sono i parcheggi, ma se la città vuole pensare a un cambio di rotta sulla mobilità, deve potenziare le piste ciclabili e sacrificare i parcheggi, come nel caso di viale Muzii».

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