«Usate i defibrillatori, apparecchi semplici per salvare delle vite» 

Dopo il soccorso a un operaio di Moscufo in arresto cardiaco un istruttore della Croce rossa indica le procedure da seguire

PESCARA. Si gioca tutto in pochi minuti. Chi si trova di fronte una persona che ha avuto un arresto cardiaco non ha molto tempo a disposizione per intervenire e salvarla. Ma può fare la differenza. Lo dimostra l’episodio di lunedì a Moscufo, dove un operaio di 58 anni ha avuto un arresto cardiaco sotto gli occhi di un collega che ha lanciato l’allarme al 118 e poi ha avvisato subito altri dipendenti comunali: in quattro si sono alternati nel massaggio cardiaco per poi applicare il defibrillatore che il Comune ha ricevuto dalla Regione. E il soccorso è riuscito. L’operaio ha ripreso a respirare, fino all’arrivo dell’ambulanza del 118 il cui personale si è occupato di fare il resto. Il 58enne è finito in ospedale: in condizioni gravi, ma vivo. Tutto grazie ai suoi colleghi che hanno frequentato il corso per imparare ad usare il defibrillatore e sono in grado di effettuare le manovre di rianimazione.
Di defibrillatori come quello che si trova all’esterno del comune di Moscufo ce ne sono molti in Abruzzo, di cui 207 distribuiti ai Comuni su iniziativa della Regione. E avere un defibrillatore a disposizione vuol dire che c’è qualcuno formato per il suo utilizzo, dal 118 o da altre realtà accreditate a occuparsi di formazione.
Uno degli istruttori della Croce Rossa Italiana è Marcello Carfagna, “istruttore full D”, che racconta la sua esperienza in questo settore dopo aver “insegnato” a volontari soccorritori, a soggetti obbligati all’uso dei defibrillatori (come le società sportive) e al personale di scuole e mense, solo per fare alcuni esempi.
Come bisogna comportarsi quando si ha di fronte una persona incosciente che non respira?
Occorre immediatamente avvisare il 118, poi si deve iniziare la manovra di rianimazione e, se disponibile, montare il defibrillatore applicando le piastre sul torace. La macchina, se individua un ritmo defibrillabile, provvederà ad avvisare l'operatore, che dovrà poi erogare uno shock elettrico. La persona va massaggiata fino all'arrivo dell’ambulanza medicalizzata, il cui personale prosegue con le manovre di rianimazione avanzate. E’ importante eseguire questi passaggi nel minor tempo possibile. Ed è lo stesso defibrillatore, una volta applicato, ad indicare cosa fare.
È difficile da utilizzare?
No, è di facile utilizzo perché una voce registrata ricorda le azioni da compiere in sequenza e guida l'operatore durante tutta la manovra.
Le sono capitati degli episodi che si sono conclusi positivamente?
Certo. La Croce Rossa si è occupata dell’autista di un bus che è stato soccorso con il defibrillatore. E un uomo colpito da un infarto in via Firenze è stato raggiunto prima da noi e poi dal 118. Affinché tutto vada per il meglio è necessario che tutte le parti in gioco facciano la propria parte, da chi riconosce l’evento precocemente, ne intuisce la gravità e chiama il 118 per passare a chi comincia le manovre di rianimazione per finire con l’ambulanza con il defibrillatore e l’ambulanza medicalizzata. Se tutte queste azioni, tra loro strettamente collegate come gli anelli di una catena, vengono eseguite senza ritardo, si può arrivare alla ripresa del soggetto.
Come è cambiata la sensibilità nel tempo su questo tema?
La politica ha scelto di diffondere l’uso dei defibrillatori. E ci sono delle aziende che scelgono di dotarsi di un apparecchio del genere. Quindi, stiamo migliorando. Poi, una volta acquistato il macchinario serve la certificazione per cui va effettuata la formazione a cui segue l’aggiornamento (ogni due anni, mentre per i soccorritori abilitati è prevista ogni anno). Dopo il corso si riceve l’attestato del 118, che certifica la capacità di defibrillare.
Ma quanto costa un defibrillatore semiautomatico?
Attorno ai mille euro.
E quanto dura un corso di formazione?
Una mattinata. Ed è sufficiente perché in questi corsi c’è poca teoria e molta pratica per cui un esercizio eseguito più volte nella stessa giornata rende più capaci. I migliori risultati si ottengono sicuramente con chi è più motivato.
Nel momento in cui dovesse esserci la necessità di intervenire, non c’è la paura di non riuscire?
Sì, c’è questa paura. E il compito dell’istruttore è anche di aiutare a vincere i timori e di motivare chi frequenta i corsi. Ciò che vogliamo far capire è che si tratta di gesti semplici, indispensabili per salvare una vita. Se si assiste a un arresto cardiaco, è importante che il testimone intervenga con un massaggio perché l’ambulanza potrebbe impiegare del tempo. Tutti possono farlo. Durante i nostri corsi di sensibilizzazione a scuola, d’altronde, abbiamo visto che anche i bambini sono in grado di realizzare le manovre sui manichini.
Quale potrebbe essere la spinta ad attivarsi, per chi dovesse aver paura?
Forse è sufficiente pensare che sia un parente ad avere bisogno del massaggio o una persona a cui si tiene. E si troverebbe sicuramente la motivazione.
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