Valanga Rigopiano, Farindola pronta a chiedere i danni

Il Comune si affida a un legale a tutela dell’immagine. L’alpinista Catalano: 18 anni fa in Austria un disastro identico con 31 vittime

PESCARA. C’è un precedente-fotocopia alla valanga di Rigopiano, che a riguardarlo oggi mette i brividi per immagini e analogie. È la valanga di proporzioni impensabili, a detta degli esperti di allora, che alle 16 del 23 febbraio del 1999 si abbattè sul villaggio austriaco di Galtur, nota stazione sciistica a cento chilometri da Innsbruck dopo giorni di nevicate intense e condizioni climatiche che avevano bloccato gli impianti e la strada di accesso alla vallata, provocando uno sbarramento di oltre tre metri di neve a duemila metri in quota. La valanga, con un fronte di 400 metri, rase al suolo sette case, intrappolando 50 persone e uccidendone 31. Una bomba di neve e ghiaccio che, come a Rigopiano il 18 gennaio scorso, quel 23 febbraio raggiunse il paese a 300 chilometri orari, in 50 secondi, sventrando le case e colpendo anche parecchi edifici ed alberghi della “zona verde” del paese, quella teoricamente sicura dal rischio valanghe. Ci furono 31 morti e 21 persone furono salvate. Con altre sette vittime inghiottite, il giorno successivo, da una seconda slavina che cadde a Valzur, paesino a nord di Galtur. Una scia di morte preceduta anche allora, come hanno raccontato i superstiti di Rigopiano nei giorni scorsi, da un terrificante soffio. Clicca qui per guardare il video.

A riportare alla memoria quella tragedia è l’alpinista pescarese Mirko Catalano: «La vicenda, straordinariamente simile a quella di Rigopiano per scelte costruttive, dinamica ed esito», afferma, «dovrebbe essere rianalizzata al fine di far emergere con onestà intellettuale quanto tutte le leggerezze del pre-tragedia e l’inerzia del post-tragedia siano state proprie anche di una comunità montana blasonata ed illuminata, ricca di conoscenze nivologiche, come quella tirolese. Lungi dal voler escludere eventuali responsabilità, mi premeva solo ricordare, considerando tutto quello che si sta dicendo su Rigopiano dal 18 gennaio nei vari salotti televisivi, come nel precedente dell’Austria si sia semplicemente evocato l’imprevedibilità e l’eccezionalità dell'evento mentre oggi, nel caso di Rigopiano, fatta salva una sfortunata coincidenza di eventi, ciò che pare premere è solo accusare una comunità.

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Per la mia esperienza di alpinista, invece, dico che la valanga di Rigopiano è stata, nelle dimensioni, imprevedibile e imprevista. Pur essendo, quel canalone, conosciuto come valanghivo». E la valanga di Rigopiano sarà al centro del consiglio comunale in programma oggi alle ore 18 a Farindola, il primo dopo la tragedia del 18 gennaio che ne ha cambiato la storia. All’ordine del giorno «la tutela degli interessi, dei diritti e dell'immagine del Comune di Farindola e della sua Comunità». L’obiettivo è di affidarsi a un avvocato per tutelarsi e chiedere i danni di immagine provocati in queste settimane di dolore. Anche tenendo conto che il sindaco Lacchetta è stato tra i primi rappresentanti istituzionali chiamato a rendere conto di quello che avvenne e che non fu fatto prima del disastro.

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