Vestire i capi di Stato «Quando mi dicevano: scusi, dov’è il sarto?»

Parla Angelo Petrucci, chief master tailor della Brioni Da Penne abiti su misura a 35 eminenze di tutto il mondo

di Claudia Ficcaglia

PENNE

Aveva 22 anni nel 1993 quando prese le misure al “suo” primo capo di stato. Da allora sono trentacinque i big della politica internazionale, tra teste coronate e capi di Stato, vestiti dalle abili mani di Angelo Petrucci, Chief Master Tailor di Brioni.

Petrucci varca le soglie della maison di moda pennese, oggi nella galassia del gruppo Kering, all’età di 13 anni come apprendista sarto, diventando successivamente una delle punte di diamante della griffe. Attualmente si dedica alla clientela d’elite, per la quale confeziona, volando da una parte all’altra del pianeta, interi guardaroba su misura, ma, mantenendo sempre, la bocca cucita. Eppure, nonostante la massima discrezione imposta dal protocollo interno all’azienda, alcuni nomi dell’eccellente parterre di personaggi che hanno indossato esclusive creazioni Brioni sono trapelati e balzati agli onori delle cronache, o anche semplicemente immortalati dallo scatto di un fotografo. È il caso di Nelson Mandela, dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, del sultano Azalan Shah, re della Malaysia e di Obama, tradito dalla sua “cravatta” che, svolazzata per un colpo di vento, ha mostrato l’etichetta con il marchio.

A noi de il Centro Petrucci, ha scucito qualche informazione in più, condita con la sua pacata ironia, arma vincente che gli ha permesso di conquistare la fiducia e le simpatie dei potenti di mezzo mondo.

Dentro ogni abito c’è un uomo diverso, dunque una storia. Ci può raccontare qualche aneddoto che la lega a qualcuno di questi “grandi della Terra”?

«Potrei raccontarne tantissimi. Di sicuro l’immagine che molte volte queste persone danno nella vita pubblica è molto diversa da quella offerta nella privata. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di persone normalissime che vivono la notorietà come un peso. Ricordo con particolare simpatia il primo capo di Stato che ho avuto l’onore di incontrare nel 1993, l’uomo che fu l’anello di congiunzione tra il mondo occidentale e mediorientale. Al suo arrivo, trovandosi di fronte un giovane, guardandomi, chiese in inglese, “dov’è il sarto?". Un altro, qualche anno dopo, in una nazione dalle tradizioni molto particolari, mi ha onorato con un rito locale e fatto mangiare cervello di scimmia viva. Sarebbe stata una grave offesa se avessi rifiutato...».

Un sarto che deve “prendere le misure” accede ad una dimensione più intima e inconsueta della vita di questi personaggi, celata al resto del mondo. Al di là del loro ruolo istituzionale, c’è qualcosa che li accomuna, magari dal punto di vista della vanità maschile?

«Si entra certamente in una sfera molto privata delle loro vite. Li vedo praticamente nudi, devo studiare il loro corpo e loro, proprio in quei momenti, tornano ad essere persone normalissime, sembra quasi che si spoglino anche delle loro responsabilità. In quelle occasioni si parla un po’ di tutto, dalle vicende personali a quelle che riguardano il proprio Paese. A volte si lasciano andare a rivelazioni anche molto rilevanti! Ecco, il sarto, per questi uomini che hanno in mano le redini delle loro nazioni e ogni giorno, attraverso i media, devono comparire davanti a milioni di persone, diventa una figura fondamentale. Sono loro stessi che tendono ad instaurare con chi li veste un rapporto di completa fiducia, per ottenere il miglior servizio possibile, perché l’apparire impeccabili agli occhi del pubblico dà loro una grande sicurezza».

I vostri clienti eccellenti appartengono a culture ed etnie estremamente differenti tra loro. E’ difficile esaudire le loro richieste?

«La scelta di tessuti e modelli rispecchia quasi sempre il gusto e la personalità; ognuno di loro vuole avere un’immagine ed uno stile inimitabile. Scegliendo Brioni possono partire da molte linee diverse e modificarle a loro piacimento. In generale un potenziale cliente va prima sedotto, cominciando ad interagire con i suoi desideri, e poi lo si lascia lentamente innamorare del prodotto Brioni».

Sappiamo che sono 35 ad oggi le eminenze della politica planetaria per le quali ha realizzato abiti su misura, ma li ha indicati sempre con appellativi generici, qualche nome ce lo svela?

«L’azienda sotto questo profilo è rigidissima, non possiamo, per motivi di privacy, rivelare il nome dei capi di stato, perché, per prassi, ognuno di loro dovrebbe indossare un prodotto nazionale. Posso soltanto dire che ho avuto l’onore di essere ricevuto in numerosi palazzi reali e presidenziali europei, mentre all’estero è stata un’improvvisa folata di vento e lo scatto provvidenziale di un fotografo a rivelare chi alla Casa Bianca veste Brioni».

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