dopo l’ultimo blitz dei carabinieri a rancitelli 

Via gli alloggi a chi commette reati 

Tolleranza zero del Comune. Masci: pronto a cambiare la legge

PESCARA. «Fuori dalle case popolari chi commette reati negli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Comincia la fase della tolleranza zero, da parte del Comune, con l’avvio di tutte le procedure per liberare gli alloggi popolari da chi li usa per delinquere». Il sindaco Carlo Masci risponde così all’operazione dei giorni scorsi dei carabinieri, con l’ennesimo blitz a Rancitelli che ha portato all’arresto di altre due persone per droga tra via Tavo e di via Lago di Borgiano. La cattura dei due spacciatori è stata l’occasione per tracciare un bilancio su un altro fronte, visto che i carabinieri hanno già segnalato a Comune e Ater la posizione di 50 persone per promuovere l’iter che porta alla decadenza dell’assegnazione dell’alloggio Erp. In base alla legge regionale 96/1996 l’assegnatario di una casa popolare rischia l’alloggio se al suo interno vengono commessi reati rilevati in flagranza o se se è stato condannato per una serie di reati (o se la condanna è intervenuta per uno dei componenti del nucleo familiare).
Dopo averne parlato con i rappresentanti delle forze dell’ordine in sede di Comitato per l’ordine pubblico, Masci è «pronto anche a cambiare la legge», visto che appare di difficile applicazione. «Eventuali emendamenti possono essere elaborati proprio in sede di Comitato e poi essere portati all’attenzione del Consiglio regionale», fa presente il sindaco sottolineando che «da adesso non si scherza più».
«Fino ad oggi», sottolinea dalla maggioranza il consigliere Armando Foschi, «è stata dichiarata la decadenza per una serie di assegnatari ma il provvedimento non è mai stato eseguito. Ringrazio i carabinieri che hanno portato alla luce questo problema, che il Comune deve affrontare subito per ristabilire la legalità. Non è possibile mettere a disposizione le case alla criminalità quando ci sono molte persone che hanno bisogno di un alloggio e non possono averlo. Le case di edilizia residenziale pubblica devono essere occupate seguendo una finalità sociale», conclude.
Pone il problema dei fondi il commissario dell’Ater, Antonello Linari. «Ben venga la decadenza per chi commette reati nelle case Ater, ma che per allontanare queste persone deve essere presente un rappresentante dell’Ater e un’impresa deve provvedere a rendere inaccessibile l’alloggio, murando la porta o le finestre. Per farlo servono soldi. E servono soldi anche per sistemare queste case, in caso di riassegnazione immediata. Ma noi non abbiamo grosse risorse, se non quelle che incassiamo dai canoni, che è arrivato il momento di rivedere». Detto ciò, «ben vengano i controlli delle forze dell’ordine a cui assicuriamo la nostra collaborazione». (f.bu.)
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