«Visite illegali, vogliamo i nomi» 

L’Ordine dei medici: «Il dubbio danneggia i colleghi che si sacrificano ogni giorno»

PESCARA . Un invito a denunciare, facendo i nomi e i cognomi di chi effettuerebbe visite illegali in ospedale, utilizzando le strutture pubbliche come se si trattasse di uno studio privato. A rivolgerlo è il presidente dell’Ordine dei medici di Pescara, Enrico Lanciotti (nella foto), dopo l’allarme lanciato dal capogruppo in Comune del Movimento 5 Stelle, Enrica Sabatini, che citando la relazione del garante degli anziani, la dottoressa Loretta Tobia, ha lanciato l’allarme su presunte visite a pagamento nei locali dell’ospedale, al di fuori del regime dell’intra moenia, invitando la Asl a vigilare. «Non ne sapevo nulla», dice il dottor Lanciotti, «e mi associo al giudizio positivo che il manager ha della dottoressa Tobia, che per tanti anni è stata una dirigente regionale esperta in tematiche sanitarie, una persona equilibrata. E proprio in quanto tale sa anche quanto peso e che valore hanno queste dichiarazioni, quando vengono da un dirigente pubblico. Pertanto, se si trattava di una semplice raccomandazione generica, non era quello il tono. Se invece c’è qualcosa di diverso, magari qualche comunicazione da parte di terzi affidabili su ciò che accade in ospedale, sono anche un po’ più rigido del direttore. Sappiamo perfettamente che, se quanto riportato corrispondesse al vero, saremmo in presenza di una fattispecie che non rappresenta solo un atteggiamento disdicevole, ma sanzionabile sotto diversi aspetti, non ultimo quello deontologico. Sarebbe opportuno che chi è a conoscenza di questi fatti si facesse avanti, perché se questa cosa è vera deve essere evidenziata ed estirpata. Se c’è comportamento sbagliato va censurato e sanzionato subito. Un atteggiamento inflessibile è dovuto non solo ai cittadini, ma anche ai colleghi che tengono su la sanità con grandi sacrifici personali, garantendo un buon servizio, non solo perché è previsto dal codice comportamentale, ma perché ci credono. Lasciar germogliare il germe del dubbio non fa bene a persone che si sacrificano ogni giorno per dare un servizio dignitoso».
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