Esami a rischio al Pe per sei candidati commissari

BRUXELLES - Dalle vicende giudiziarie che hanno investito la francese Sylvie Goulard al presunto caso di corruzione della romena Rovana Plumb: sono almeno sei i commissari della squadra di Ursula von der Leyen che - secondo la maggior parte degli osservatori - potrebbero essere teoricamente bocciati alle audizioni che si terranno al Parlamento europeo nella prima settimana di ottobre. In ballo questioni politiche, ma anche vicende prettamente personali che peseranno negli 'esami' da parte degli europarlamentari che da settimane stanno affilando le armi. Qualche problema alla liberale francese Sylvie Goulard, candidata dal presidente Emmanuel Macron ad un posto nella Commissione europea per il mercato interno, difesa e spazio, potrebbe venire dai fatti di cui si è occupata la stampa transalpina nell'ultimo mese. Sicuramente i parlamentari europei daranno del filo da torcere alla rumena Rovana Plumb che dovrebbe prendere il portafoglio dei trasporti. Già ministro dell'Ambiente e poi dei Fondi europei, è stata implicata in un presunto caso di corruzione dove avrebbe favorito una compagnia vicina all'allora leader del Partito Social Democratico nell'ambito di un illecito immobiliare. Audizione non facile anche per il commissario designato all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Polacco, 65 anni, conservatore, già eurodeputato della commissione agricoltura dell'Europarlamento, Wojciechowski dal 2016 è membro della Corte dei Conti. Un'indagine dell'Olaf nei suoi confronti per alcuni rimborsi di spese di viaggio (alcuni risalenti al 2009) potrebbe essere uno degli ostacoli per la sua audizione. Gli europarlamentari chiederanno probabilmente lumi anche al liberale Didier Reynders, che avrà il portafoglio giustizia e Stato di diritto, sul quale la magistratura belga ha aperto un'inchiesta preliminare su presunte accuse di corruzione che l'interessato nega. Il primo ottobre invece sarà messo sulla graticola l'ungherese Laszlo Trocsanyi che prenderà il portafoglio all'allargamento. Già ministro della Giustizia del governo di Viktor Orban, è considerato quello più a rischio proprio per il lavoro svolto a Budapest come Guardasigilli. Non da ultimo lo spagnolo Josep Borrell che prenderà il posto di Federica Mogherini al quale gli europarlamentari potrebbero chiedere spiegazioni sul suo ingresso nel consiglio di amministrazione di una società energetica spagnola.