Pe, gli eurodeputati italiani nella 'cabina di regia'

BRUXELLES - Gli italiani si candidano ad avere un ruolo di primo piano nella nona legislatura del Parlamento Ue. Gli eurodeputati del nostro Paese sono nella 'cabina di regia' a Strasburgo: dalla presidenza dell'Eurocamera, con l'elezione lo scorso luglio di David Sassoli, alle posizioni di vertice in alcune delle commissioni parlamentari più importanti. Sono italiani la presidente della commissione per i Problemi economici e monetari (Econ), l'eurodeputata Pd Irene Tinagli, il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (M5S), il presidente e il vicepresidente della commissione Affari costituzionali (Afco), Antonio Tajani (Fi) e Giuliano Pisapia (Pd). Ben tre italiani partecipano inoltre alle riunioni della conferenza dei presidenti, che stabilisce l'organizzazione del lavoro del Parlamento Ue: oltre a Sassoli, anche il leghista Marco Zanni (presidente di Identità e democrazia-Id) e Raffaele Fitto (co-presidente dei Conservatori e riformisti europei-Ecr). Proprio le commissioni Econ e Afco, spiegano gli addetti ai lavori, sono strategiche per la battaglia per la flessibilità e la revisione delle regole del Patto di stabilità. Da un lato, la commissione Econ si occupa delle politiche economiche e monetarie dell'Ue, dall'altro la commissione Afco è competente per "gli aspetti istituzionali del processo d'integrazione europea, in particolare la preparazione, l'avvio e lo svolgimento delle procedure di revisione dei Trattati, ordinaria e semplificata".  Per poter presidiare meglio le commissioni economiche, la contropartita è stata però una presenza ridotta in commissioni altrettanto importanti. Un rapporto del centro studi Votewatch sottolinea che gli eurodeputati italiani sono "fortemente rappresentati" nelle commissioni Pesca, Agricoltura, Affari costituzionali e Controllo dei bilanci, ma "sottorappresentati" in commissioni strategiche come quelle per gli Affari esteri (Afet) e per le Libertà civili (Libe). Quest'ultima, ricorda il rapporto, "si occuperà della futura legislazione in materia di asilo e immigrazione". Un tema di primo piano nel dibattito pubblico italiano - sottolinea ancora lo studio - ma su cui gli eurodeputati del nostro Paese "avranno meno influenza di quanto indicherebbe la dimensione della delegazione" italiana nell'emiciclo, la terza in termini numerici dopo quelle di Germania e Francia.