l’ex patron rossonero 

Berlusconi: «Donnarumma? Con me sarebbe rimasto al Milan»

MILANO. Sembrava che il caso-Donnarumma dovesse subire una tregua nella giornata di ieri, invece le parole di Silvio Berlusconi hanno contribuito a rivitalizzare il tran-tran mediatico. «Io farei di...

MILANO. Sembrava che il caso-Donnarumma dovesse subire una tregua nella giornata di ieri, invece le parole di Silvio Berlusconi hanno contribuito a rivitalizzare il tran-tran mediatico. «Io farei di tutto per non lasciare partire Donnarumma, però essendo un ragazzo che ha la possibilità di andare in una squadra e guadagnare, per sè e per la sua famiglia, 100 milioni di euro, mi domando: chi non avrebbe fatto lo stesso? Io con le mie doti, avrei trovato una strada di mezzo per farlo restare un periodo al Milan e poi fargli fare il grande colpo della vita». Queste le dichiarazioni rilasciate dal presidente di Forza Italia ed ex patron del Milan, Silvio Berlusconi, ospite di Porta a Porta, parlando del caso Donnarumma. Nei giorni scorsi il 18enne portiere campano ha rifiutato l’offerta del Milan per il rinnovo del contratto che scade nel 2018. Lo scontro tra il direttore sportivo rossonero Massimiliano Mirabelli e Mino Raiola, agente di Donnarumma, ha alimentato la discussione, ma nelle ultime ore è rimbalzata da più parti la possibilità di una clamorosa riapertura della trattativa. Se ne saprà di più nei prossimi giorni, quasi sicuramente dopo il ritorno di Donnarumma dalla Polonia, dove sono in corso gli Europei under 21.
Berlusconi era intervenuto anche su Telelombardia. E così aveva risposto a chi gli chiedeva una valutazione sui primi mesi della gestione Milan senza di lui. «Non mi permetto di dare alcun giudizio sulla nuova gestione del Milan, spero che agiscano nel modo migliore per rafforzare la rosa. Il Milan deve farsi onore in Italia e in Europa. Io sono e sarò sempre un tifoso rossonero. Quando mio padre mi portava allo stadio, mi insegnava che dopo ogni vittoria bisognava prepararsi a una nuova sfida e, dopo ogni sconfitta, bisognava risollevarsi e lottare per vincere di nuovo».