Calcio a 5, il Pescara va a Bassano «per il bene della città»

Contrordine del presidente Iannascoli: il Comune ci chiede di andare e noi saremo presenti

PESCARA. Contrordine. Stasera il Pescara sarà a Bassano per disputare gara-2 della finale scudetto contro la Luparense. La decisione, presa in extremis, arriva grazie alla mediazione dell'assessore allo sport del Comune di Pescara Giuliano Diodati. A confermarlo è il presidente del Delfino Danilo Iannascoli: «La mia volontà era quella di non giocare. Ma la squadra appartiene alla città e io ne sono soltanto l'amministratore. Per questo accetto l'invito di Diodati e mando la squadra in Veneto».

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Tuttavia Iannascoli è un fiume in piena: «Io resterò a casa. Questo non è sport. Quello che è accaduto è sotto gli occhi di tutti. E' stata calpestata la dignità di una società e di una città. Hanno mandato 8-10 commissari quando di norma ne sono 2. Parliamo di un play off macchiato da un episodio di cui io sono solo vittima. Quella di giovedì sera è stata una brutta pagina, ma quando accadano queste cose non si possono dare le colpe soltanto ad una parte, che tra l'altro ritiene di avere ragione. Invece hanno cercato di farci passare come quelli che hanno torto marcio. Io non posso consentirlo e per questo faremo ricorso». Il presidente della Divisione Montemurro aveva sposato la linea del giudice sportivo definendo "giuste" le sanzioni. Anche in questo caso la replica di Iannascoli non si fa attendere: «Definire giusti i provvedimenti vuol dire rendersi complici. Da quando Montemurro è arrivato noi abbiamo avuto Canal per il quale la procura antidoping aveva chiesto un anno, solo per un dubbio, e siamo arrivati ad una squalifica di 4 anni, pena che non è stata data nemmeno a Foglia trovato positivo alla cocaina due volte. Poi, c'è stato un responso contrario sulla partita con la Lazio in cui avevamo avuto la ragione della giustizia sportiva in secondo grado. E adesso ci ritroviamo questo agguato perpetrato nei nostri confronti, studiato a tavolino prima della partita. Quando ci ha chiesto il sostegno ha promesso novità mai arrivate. Provano a copiare le regole da altri sport e lo fanno anche male. Noi che abbiamo chiuso il campionato al primo posto rischiamo di perdere la finale scudetto giocando due partite in trasferta su tre».

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Dichiarazioni forti, che segnano un'evidente spaccatura tra il Pescara Calcio a 5 e la federazione. Sempre che ci sia un futuro: «Non so quello che accadrà. Non è detto che sarà ancora la famiglia Iannascoli alla guida del Pescara. Volevo portare il nome della nostra città sul tetto d'Europa. Avevamo già iniziato a costruire la squadra per l'anno prossimo con un ritorno importante - si tratta di Maxi Rescia, avvistato giovedì sera al palazzetto - e il sogno Ricardinho sul quale stavamo lavorando. Poi però accadano queste cose e passa ogni tipo di voglia». E intanto, mentre l'assessore Diodati annuncia un'interrogazione parlamentare ad opera degli onorevoli D'Incecco e Fusilli, non solo per i fatti accaduti al termine della sfida, ma anche per insulti come "terremotati" e "handicappati", ci si prova a concentrare anche sul campo. «Andremo a Bassano senza scorta e con quello che rimane della prima squadra», dice Iannascoli. Mancheranno Canal, Borruto e Caputo squalificati, oltre Salas e Leggiero infortunati. Praticamente mezza squadra. Fuori anche l'allenatore Colini, al suo posto il duo Marcio Forte-Di Vittorio. «Vedremo se qualcuno riuscirà a stringere i denti per dare una mano ai compagni», conclude il presidente. L'impresa tuttavia sembra disperata. Il Pescara dovrebbe vincere almeno una delle due partite in programma tra stasera (ore 20,30 diretta Fox Sport) e venerdì in Veneto per prolungare la serie. E poi dovrebbe trovare un palazzetto da adibire eventualmente a campo di casa, considerato che il Pala Giovanni Paolo II è squalificato fino al 31 dicembre.
Adriano De Stephanis
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