Calcio e mass media tra paletti e regole

Ecco come le società professionistiche abruzzesi gestiscono i rapporti con l’informazione

PESCARA. Adesso il cerchio è chiuso: anche L’Aquila ha deciso di “regolamentare” i rapporti con i mass media. Tutte le società professionistiche abruzzesi, dalla serie B alla Seconda divisione, hanno deciso di mettere dei paletti con la stampa e le televisioni. Ognuna con un proprio codice di comportamento, ma tutte con l’obiettivo di tenere le distanze con i giornalisti. A maggior ragione se sono locali. La crescita del calcio passa anche nei rapporti con i mass media, secondo la classe dirigente abruzzese. E così ogni società può avere questa o quella difficoltà nell’ingaggiare un giocatore o nell’incrementare gli investimenti sul settore giovanile, ma non si fa mancare l’addetto stampa. Che sia stato o meno un giornalista, e quindi conosca le difficoltà del mestiere, non importa. Conta che faccia muro con l’esterno. In principio l’addetto stampa aveva il compito di aiutare il giornalista, mettendogli a disposizione notizie e curiosità su squadra e giocatori. Un po’ alla volta c’è stata la metamorfosi. Addirittura, decide chi far parlare o meno con i giornalisti che tradizionalmente hanno il compito di raccontare quanto accade ai lettori. E, quindi, ai tifosi.

La prima società, in Abruzzo, ad aver “regolamentato” i rapporti con la stampa è stata il Pescara. Un’esigenza nata (anche) dal fatto che le richieste di interviste erano molteplici a causa delle numerose testate giornalistiche che seguivano e seguono i biancazzurri. E così i tesserati, generalmente, parlano solo in conferenza stampa. Non i dirigenti che sono comunque a disposizione.

A Lanciano da questa estate è stato imposto lo stop alle interviste telefoniche. I giocatori non possono rilasciare dichiarazioni al telefono, pena la multa così come accade anche a Pescara e nelle altre piazze. Secondo il comunicato pubblicato sul sito Internet della società rossonera qualche eccezione può essere fatta solo per le testate nazionali. E, soprattutto, chi ha intenzione di intervistare presidente e vice, vale a dire Valentina e Guglielmo Maio, deve prenotarsi un paio di giorni prima con l’ufficio stampa. La stessa cosa per gli altri dirigenti che possono parlare solo dopo un consulto con l’addetto stampa. Va così nel 2013. Che cosa avranno di tanto importante da dire i calciatori o gli allenatori non è dato sapere. Sta di fatto, tanto per fare un esempio, che la Virtus Lanciano ha annunciato il nuovo allenatore, Marco Baroni, ai primi di luglio ed è stato possibile conoscere il suo pensiero solo dopo un paio di settimane, il giorno dopo il raduno. Quindici giorni di suspance, ma, ovviamente, Baroni quando ha parlato ha detto che il suo calcio è fatto di «tanto lavoro». Un po’ come accade da tutte le parti. Dalla serie B alla Seconda divisione, dalla Virtus Lanciano al Teramo. Che ha ingaggiato l’allenatore Vincenzo Vivarini e lo ha tenuto con la museruola per poco più di una settimana. La società ha annunciato l’accordo e poi gli ha proibito di parlare in attesa di una conferenza stampa in cui, ovviamente, non ha detto nulla di sconvolgente. Particolare curioso e, al tempo stesso imbarazzante: il presidente biancorosso Luciano Campitelli è anche editore di una televisione privata!

A Chieti per diversi anni le interviste con i giocatori sono state possibili solo dopo l’avallo dei dirigenti. Da una parte ci sono i tifosi i quali, a volte, si lamentano del poco spazio che trovano sulla squadra del cuore sui giornali; dall’altra le società che “regolamentano” i rapporti.

Fino a qualche mese fa l’unica isola felice era L’Aquila dove tutti potevano parlare con tutti. Una bestemmia, secondo una “certa” corrente di pensiero moderna, che però non ha evitato ai rossoblù di vincere i play off e di conquistare la promozione in Prima divisione. A testimonianza del fatto che non sono nè i giornalisti nè le polemiche a determinare i risultati sul campo. Eppure, anche L’Aquila ha voluto allinearsi a una tendenza consolidata a grandi livelli e che si va espandendo anche alla periferia del calcio.

E così lunedì scorso nelle redazioni dei giornali è arrivato il seguente messaggio: «Si comunica che a far data da oggi, per meglio rispondere alle richieste ricevute e per facilitare il lavoro di informazione sportiva, le modalità delle interviste, delle presenze a trasmissioni radio e televisive, gli inviti ad eventi e manifestazioni dei tesserati, nonché gli accessi al campo di allenamento ed al ritiro di preparazione in corso, dovranno essere preventivamente concordate con l’ufficio stampa che al riguardo disporrà ogni possibile facilitazione compatibilmente con le esigenze dell’attività agonistica».

Il direttore dell’area marketing, comunicazione e ufficio stampa è Luca Bergamotto che è anche il direttore responsabile de laQtv, l’emittente televisiva privata aquilana che è presente all’interno della società rossoblù con una quota intestata a Paola Sarra, l’editrice della tv.

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