Calicchio, le spalle larghe del marketing

«Dobbiamo vendere il prodotto L’Aquila prima di vendere i prodotti dell’Aquila»

L’AQUILA. Il fondo e l’aquila sono come la pece, gli scudetti, ovviamente, tricolori. L’accattivante slogan ha i caratteri leggeri e bianchi: “La vittoria più bella?.. la prossima”. Una brochure? No, una colonna sonora. E il suo ideatore, Giuseppe Calicchio, fa pensare a un imponente direttore d’orchestra quando parla dell’altra faccia dell’Easy Living L’Aquila, quella del marketing, sposo ideale del merchandising e parente stretto dell’immagine e della comunicazione. La capolista del girone 1 della serie A, in ossequio a un rugby in evoluzione, corre anche fuori dal campo.

«Se ho l’obiettivo di lucidare la storia dell’Aquila, non serve scrivere: faccio vedere gli scudetti», dice il direttore marketing del club neroverde, uno che ha un rapporto talmente felice con il suo lavoro da cedere all’entusiasmo mentre ne parla. «Qui c’è da creare, proprio come piace a me». Calicchio da Benevento, 32 anni, ha 224 partite con la squadra della sua città e un record di cui andare sempre fiero: «Per sette stagioni di fila, sono stato l’unico rugbista d’Italia a non saltare una partita».

Tra un placcaggio e l’altro, la laurea in economia e commercio. Sacrifici e sforzi ripagati dal blitz nella Top Ten con il Catania «dove ho iniziato a cimentarmi con il marketing». All’Aquila l’ha portato Mauro Zaffiri «uno che guarda avanti senza dimenticare la tradizione».

L’incastro determinante è proprio questo: il futuro nel rispetto del passato. «Essere L’Aquila rugby comporta una responsabilità, ma bisogna comprendere che non parliamo solo della squadra di una città. Questa è un’azienda con 45 dipendenti, che sfiora i due milioni di euro di fatturato.

Il propellente più potente si chiama passione: qui c’è anche chi lavora, e bene, senza percepire neppure un rimborso spese. Non dimentichiamoci di chi i soldi ce li mette. Noi del marketing, stiamo rendendo appetibile la società prima di entrare sul mercato. Perseguiamo un duplice scopo: vendere il prodotto L’Aquila e vendere i prodotti dell’Aquila».

Nel laboratorio neroverde, le idee sono a crescita rapida. «Da noi è possibile sponsorizzare anche una sola maglia. La Humangest, ad esempio, ha scelto di essere abbinata alla maglia numero uno. L’Easy Living, chiaramente, rimane il main sponsor. In cantiere ci sono iniziative legate alla campagna abbonamenti.

A proposito, per ora abbiamo chiuso con la vendita di circa 300 tessere, dato in crescita rispetto all’anno scorso malgrado la retrocessione in seconda serie. Il segno positivo riguarda anche la vendita dei biglietti. Il tutto ci rende orgogliosi perché parliamo della piazza che, con 22.222 spettatori paganti complessivi, ha fatto registrare il record del Super Ten edizione 2006-07».

La curiosità non manca: ai tempi della militanza nel Benevento, Calicchio è stato allenato da Darren Coleman, l’attuale head coach dell’Easy Living. «E’ uno in gamba, scupoloso, determinato nel raggiungimento dell’obiettivo». E se si parla di obiettivo, non c’è dubbio che quello dell’Aquila sia l’immediato ritorno nella massima categoria. Anche in questo caso, mister marketing privilegia l’immagine alle parole. Et voilà, un magico tramonto sui resti dell’antica Amiternum, con l’aquila stagliata in cielo e la scritta eloquente: “nessuna notte è abbastanza lunga...».

Forte del fatto che il rugby è l’unico sport dove le regole non scritte valgono più di quelle scritte, Calicchio pone l’accento su un’altra iniziativa: «Con L’Aquila nella vita siamo anche nell’ambito della sponsorizzazione etica. Cito il dottor Porzio per tutti».
 L’Aquila cantiere. E non solo in senso lato. A breve, lo stadio dell’Aquasanta subirà una metamorfosi. «Ci sposteremo su, dove stiamo ultimando la sistemazione».

L’ufficio marketing si affaccia sul campo e ha una parete arancione. Arancione? «La sorpresa è già di per sè un successo. E, poi, l’arancione è il colore dei nostri principali partner». Quindi, pensare a una scelta casuale è uno sforzo inutile.