Campitelli: «Ho rivisto lo spirito giusto» 

Il presidente soddisfatto della prova di Vicenza: «Non so se le mie parole siano servite, ma c'era bisogno di una scossa»

TERAMO . È già tempo di vigilia in casa Teramo. Domani (ore 20,30) i biancorossi ricevono la visita della capolista Pordenone nel turno infrasettimanale del girone B. Un altro duro esame attende il Diavolo, che a Vicenza ha dato delle risposte importanti raccogliendo un punto prezioso in formazione d'emergenza. La squadra di Agenore Maurizi, per il modo in cui ha interpretato l'incontro, avrebbe anche potuto centrare l'intera posta in palio. L'1-1 del Menti ha restituito un po' di serenità al presidente Luciano Campitelli, il cui pesante sfogo nel post gara col Renate aveva caratterizzato la marcia di avvicinamento alla trasferta veneta. «Non so se le mie parole hanno avuto un merito per l'ottima prestazione di Vicenza», dice Campitelli, «ma se ho parlato in quel modo è perché conosco bene lo spogliatoio e parlo tutti i giorni con chi ne fa parte. C'era bisogno di una scossa e nei ragazzi ho visto l'atteggiamento giusto. Ci tengo a precisare, inoltre, che se ho usato qualche termine forte (per esempio "squadra di bestie", ndc) mi riferivo esclusivamente all'ambito sportivo e non all'aspetto umano. Non mi permetterei mai di offendere una persona con parole di quel tipo. Il mio sfogo, comunque, è acqua passata. Pensiamo al futuro e a conquistare la salvezza. Contro il Pordenone voglio vedere lo stesso spirito di Vicenza. Fare risultato contro la capolista sarebbe ancora più bello».
Tornando sulla prestazione del Menti, Campitelli aggiunge: «Il Teramo avrebbe meritato gli applausi anche se avesse perso. Pareggiare davanti a novemila persone è stato come aver vinto. Faccio i complimenti a Maurizi per come ha preparato la gara e per il coraggio mostrato nel secondo tempo. Non dimentichiamo che c'erano molte assenze e che abbiamo chiuso la partita schierando due '99 (Piacentini e Fiordaliso, ndc) al centro della difesa. Evidentemente questo gruppo ha dei valori, sia tra i giovani che tra i più esperti. Bisognerebbe avere più equilibrio nei giudizi. Gli infortuni? Mi preoccupano», risponde il patron biancorosso, «e bisogna trovare delle soluzioni per cercare di ovviare al problema».
Non può mancare un accenno al mercato di gennaio. A tal proposito, Campitelli sottolinea: «Ribadisco che qualcosa faremo e che potremmo muoverci in tutti i reparti. Vediamo. Costantino, per esempio, è un profilo che ci piace. Adesso gioca in un club importante come il Sudtirol e bisogna capire se esistono le condizioni per un trasferimento a gennaio e per un suo ritorno in Abruzzo (Costantino è di Pineto, ndc). Il giocatore è appetito da sette-otto squadre, perciò è prematuro sbilanciarsi. Noi, comunque, proveremo a fare la nostra parte. Lewandowski ? Lo seguono diversi club di categoria superiore (tra i quali il Sassuolo, ndc), ma fino a giugno resterà con noi. Lo stesso discorso vale per Piacentini, sul quale il Sassuolo ha il diritto di riacquisto».
Campitelli, infine, si lascia andare ad una amara considerazione: «Vedere giocatori come Gondo e Tulli, che hanno lasciato Teramo e che in altre piazze segnano, è un colpo al cuore per me. Vuol dire che i giocatori buoni li sappiamo individuare ma poi quando vengono qui, non si capisce perché, non rendono. Dopo Lapadula e Donnarumma sembra esserci una maledizione sugli attaccanti. Gondo me lo sarei tenuto ben volentieri ma è stato massacrato da tutti».
Gaetano Lombardino
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