«Carattere e forza fisica Lapadula è da serie A»

Il bomber del Pescara raccontato da tecnici e ds che l’hanno cresciuto

Vincenzo Vivarini (allenatore del Teramo: «Non ho mai avuto dubbi su Gianluca. Ha sempre dimostrato una carica incredibile. Si capisce dai suoi discorsi, da come si presenta al campo, da come si spoglia e si allena. È un grande trascinatore. La sua determinazione è merce rara anche in A. È pronto per il salto di categoria. Aveva già dimostrato il suo potenziale in C2 a San Marino (24 reti nel 2011-12). Andò prima a Cesena, poi a Frosinone, ma a causa di qualche infortunio venne meno lo strapotere fisico che gli consente di fare la differenza. A Teramo prima di ogni partita si preparava come se dovesse andare in guerra. Ricordo i suoi riti scaramantici o la musica ascoltata ad altissimo volume. Spesso mi avvicinavo per calmarlo, ma non c’era verso».

Luigi Apolloni (allenatore del Parma, lo ha avuto al Nova Gorica): «È un ragazzo straordinario. Questo è il campionato della sua consacrazione. Alcuni calciatori hanno bisogno di tempo per emergere e lui ora è da serie A. Lo utilizzavo come esterno alto, ma era ed è in grado di ricoprire tutti i ruoli in attacco. Gli dicevo: “Devi imparare a fare tutto”. Ricordo ancora gli allenamenti. Gianluca stava dalla mattina alla sera con Abel Gigli (difensore, ora al Maribor), erano come fratelli, ma durante la partitella si picchiavano in modo durissimo. Una volta cacciai Gianluca perché fece un’entrata davvero esagerata. Poi gli spiegai che doveva gestire le tensioni».

Mario Petrone (ex tecnico dell’Ascoli, lo allenò a San Marino): «Non dimenticherò mai la prima volta che lo vidi giocare. Spareggio play out, Sud Tirol-Ravenna. Le due squadre si trovano al 95’ sull’1-1, quando il portiere altoatesino Zomer perde la testa e dopo aver bloccato il pallone dopo una presa sicura si scaglia contro Lapadula. L’arbitro vede tutto, espelle il portiere e decreta il rigore per il Ravenna che pareggia condannando il Sud Tirol alla retrocessione. Non credo che Gianluca lo provocò, ma disturbando il rinvio di Zomer fu molto scaltro e grazie a lui il Ravenna si salvò. L’anno successivo Marco Giannitti lo portò al San Marino. Nel primo allenamento prese palla, saltò tre avversari e di sinistro fulminò il portiere. Gianluca aveva 21 anni e faceva l’esterno. Gli dissi che doveva giocare al centro dell’attacco. Ad inizio campionato un giorno si divorò almeno 8 palle-gol a pochi metri dalla porta. Aveva il vizio di dribblare i difensori e calciare con potenza, ma poca precisione. “Mister – mi disse - non so cosa devo fare”. Gli suggerii di restare calmo ed essere meno precipitoso, magari usando una finta. Dopo qualche settimana iniziò a segnare a raffica. Ora è un attaccante completo che usa anche il destro. Ho visto che a Como ha fatto due gol col “piede debole””. Il suo futuro? Deve restare fino a giugno a Pescara. Tanto l’anno prossimo giocherà in A e mi auguro lo faccia con la maglia biancazzurra».

Marco Giannitti (ds del Frosinone, lo ha avuto a San Marino): «È arrivato tardi, ma per me era pronto già da qualche anno. È un calciatore completo che ha qualità, potenza e fiuto del gol. Quando vincemmo il campionato a San Marino fece cose straordinarie. C’è un episodio che non dimenticherò mai. Giocavamo in casa contro il Montichiari. All’88’ minuto prendemmo gol. Mi girai e vidi Gianluca correre come un forsennato per raccogliere il pallone dentro la nostra porta e riportarlo a centrocampo. Dopo 2 minuti segnò la rete del pareggio. Mi girai un’altra volta e rividi la stessa scena, ma nella porta opposta. Sembrava indemoniato. Alla fine vincemmo 2-1. Questo è Lapadula».

Gianluca Libertazzi (il suo agente): «L’atteggiamento mentale è la sua qualità più importante. A volte resto impressionato perché ha la cattiveria agonistica tipica dei grandi giocatori. Non si accontenta mai, non si lamenta, è umile. Dopo la partita di Novara era arrabbiatissimo. Fece autocritica promettendo a se stesso di riscattarsi subito. Mi sembra che ci sia riuscito. Non è vero che è esploso in ritardo. Da tre anni Gianluca segna a raffica, però qualcuno in passato non ha creduto in lui».

Tiziano De Patre (suo allenatore nella Primavera del Parma): «Si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri. Al di là delle capacità tecniche, ha una forza caratteriale incredibile. Non ha paura di nulla, di solito lui picchia i difensori non viceversa. Purtroppo a volte si vogliono bruciare le tappe. Per me fu un errore passare dal San Marino al Cesena. Ora ha completato il percorso di crescita ed è pronto per la A. Qualche giorno fa gli ho detto che se ci è arrivato Defrel ce la farà anche lui, ma deve finire il campionato a Pescara».

Giovanni Tontodonati

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