Carletto è il profilo che unisce tutti  

L’ex Bayern sarebbe disposto ad accettare, non convincono Allegri e Mancini

ROMA. Dopo il disastro è tempo di ricostruzione, ma anche di sogni e ambizioni a medio e lungo termine. L'esclusione dal Mondiale in Russia è una catastrofe che oggi ha prodotto il primo colpevole: il ct Gian Piero Ventura. L'uomo che avrebbe dovuto rilanciare il calcio italiano, anche attraverso i risultati di una Nazionale giovane e fresca, non è più da oggi il ct. L'esonero di Ventura si è consumato in un'umida e piovosa mattinata romana, durante una telefonata con il presidente federale Carlo Tavecchio, che gli ha comunicato di «non avere più bisogno dei suoi servizi». Fine della storia e apertura ufficiale di una crisi tecnica, con la panchina azzurra che resta così senza un titolare. E allora si apre il toto-allenatore con la novità del nome di Vincenzo Montella, disposto a raccogliere il testimone da un “traghettatore” che potrebbe essere Gigi Di Biagio, attuale selezionatore dell'Under 21. Ma il sogno - e qui arriva la conferma di Tavecchio, che parla di «orizzonti di grandi allenatori da portare in azzurro» - resta quello di Carlo Ancelotti, che viene preferito ad Antonio Conte, Massimiliano Allegri e Roberto Mancini anche per il suo passato nel Club Italia come secondo di Arrigo Sacchi. La strada per arrivare all'ex allenatore di Juve, Milan, Chelsea, Psg e Bayern è davvero tortuosa, non solo per una questione di soldi. “Carletto” in Nazionale sa di poter guadagnare molto meno di un club -e le proposte non gli mancano- magari anche intascando uno stipendio alto (quattro milioni, come Conte), ma non altissimo. Più dei soldi, però, conta il progetto e in questo senso Ancelotti ha più volte fatto intendere di voler puntare su uno svecchiamento complessivo, svincolato dalle persone e dai ruoli, partendo soprattutto dalla squadra che andrà ad allenare. Rispetto al predecessore Ventura, il nuovo ct -a prescindere dal nome che verrà proposto al Consiglio federale di lunedì- avrà il compito di risollevare le sorti di un movimento in preda a una profonda depressione, col “vantaggio” di non poter fare peggio del predecessore. I prossimi impegni ufficiali sono previsti verso la fine dell'estate 2018 e, da qui ad allora, i tempi per riavviare un nuovo progetto ci sono. E questo Ancelotti lo sa.