Il marsicano Stefano Castellucci, 38 anni, campione d'Italia superwelter

BOXE TRICOLORE

Castellucci più forte degli infortuni 

Il pugile marsicano, a 38 anni, diventa di nuovo campione dei superwelter

AVEZZANO. Nella lista dei successi, quelli ottenuti col sacrificio assumono sempre un sapore diverso, esattamente come quello di venerdi sera che ha consentito al marsicano Stefano Castellucci di ridiventare campione italiano dei pesi superwelter di pugilato, a distanza di undici anni dalla conquistata del primo titolo. 38 anni e tre figli, un lavoro nell’azienda edile del padre che lo impegna praticamente tutto l’anno, ma che a volte gli riserva anche qualche problema, esattamente come è accaduto la scorsa estate. Stefano sta lavorando ad una sega circolare, quando il nastro gli recide quasi di netto il pollice della mano sinistra. La corsa all’ospedale per riattaccarlo, la speranza di non perdere la funzionalità dell’arto e la necessità di dover spostare il match che era già stato fissato ai primi di agosto: «Quel giorno mi è caduto il mondo addosso perché avevo iniziato la preparazione e in quelle condizioni era logico che il sogno di diventare di nuovo campione italiano nella mia città, sembrava allontanarsi definitivamente».
Ma Castellucci non si dà per vinto: «Non potevo abbandonare tutto, e tramite il mio manager Armando De Clemente, chiediamo e otteniamo lo spostamento della data, ma restava il problema del dito».
E qui viene fuori la parte migliore del pugile: «Sapevo che sarebbe stata l’ultima possibilità della mia carriera e allora ho continuato a portare avanti sia la preparazione atletica che quella relativa alla tecnica, ma l’handicap maggiore restava il non poter fare i guanti con nessun avversario».
Poi si materializza un’infezione che lo costringe ad assumere gli antibiotici che fanno effetto, ma lo debilitano. E arriva anche il giorno del match che resta in equilibrio fino alla nona ripresa, poi: «Poi dentro di me scatta la molla che per un attimo mi porta a pensare alla mia famiglia e ai miei figli e in un secondo mi sono detto che dovevo provarci, soprattutto per loro. Vincere o morire, ed è arrivata la vittoria!».
Un gancio sinistro subito doppiato da un diretto destro e Lezzi vacilla in maniera talmente evidente che l’arbitro lo conta in piedi: «E lì ho dato fondo alle residue energie e ho conquistato la vittoria». Il futuro di Castellucci prova a ipotizzarlo il suo manager De Clemente: «Abbiamo una trattativa in corso per un’avventura negli Usa, ma è ancora presto per parlarne. Per adesso», prosegue De Clemente, «i godiamo questa vittoria che è frutto soprattutto del sacrificio».

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