Chieti frena, ma è un punto d’oro 

I teatini, fermati da due traverse di Micciché, vanno in bianco con il Delfino FP ma allungano a +7

CHIETI. La sindrome dell’Angelini colpisce ancora il Chieti. È solo pari con il Delfino FP, ma è un punto che vale oro: con la sconfitta della Torrese a Capistrello, i neroverdi salgono a +7 sulla seconda a tre giornate dalla fine. Significa che al Chieti basta vincere domenica a Nereto (non ancora salvo) per essere promosso matematicamente in serie D con due gare d’anticipo. Ma i neroverdi potrebbero festeggiare domenica anche in caso di pareggio, se la Torrese non batte in casa l’Angolana, e in caso di sconfitta se contemporaneamente arrivasse anche il ko dei giallorossi. Insomma, Nereto è l’ultima curva prima della D. E per il Chieti il fatto di giocare le prossime due partite in trasferta (l’altra a Penne) è sicuramente un vantaggio perché l’Angelini resta stregato. Dopo l’Acqua&Sapone, anche il Delfino FP torna da Chieti con un risultato positivo. Un punto pesantissimo in chiave salvezza per i pescaresi che superano Nereto e Cupello e si allontanano dai play out. Stavolta, ai demeriti dei neroverdi, che soprattutto nel primo tempo giocano su ritmi compassati, e ai meriti degli avversari, che giocano una partita di cuore e sacrificio, si aggiunge anche la sfortuna perché Micciché colpisce due traverse. La prima, al 28’, a porta sguarnita dopo un errore dell’ex Falso; e la seconda, al 7’ della ripresa, direttamente su punizione.
Sul fronte pescarese, Bonati rivoluziona la squadra, ricorrendo a un ampio turnover: fuori i titolarissimi Ligocki, Sichetti, Alberico, Tine Mori e Marzucco. Il Delfino FP è propositivo nei primi venti minuti, rendendosi pericoloso anche con Curri, poi pensa solo a non prenderle e conferma di avere un’ottima organizzazione difensiva.
Il Chieti, rimaneggiato per le squalifiche di Morales, Pacella e Di Marco e per l’assenza dell’influenzato Di Lallo, e per la prima volta in stagione in campo con il 4-2-3-1, si affida alla palla lunga su Toro e si sveglia solo a metà del primo tempo, colpendo la traversa con Micciché e andando vicino al gol proprio con lo spagnolo, il più ispirato dei suoi anche se impreciso. Neroverdi meglio nella ripresa, quando in regia si rivede Tato dopo il lungo infortunio, e pericolosi in tre occasioni con Micciché (seconda traversa), Toro e Rodia. Il Chieti, però, non riesce a sfondare il bunker dei pescaresi, che nella ripresa vengono schiacciati nella propria metà campo e si difendono senza grossi affanni, ma i risultati dagli altri campi rendono meno amaro l’ennesimo mezzo passo falso all’Angelini. «Purtroppo, in casa non riusciamo a vincere», spiega il tecnico neroverde Lucarelli, «ed è un peccato per chi viene allo stadio. L’obiettivo era vincere senza rischiare: ci abbiamo provato, ma su questo campo i valori si azzerano. Accettiamo questo punto: è un altro passetto in avanti verso la serie D».
Il Delfino FP si avvicina alla salvezza. «Sicuramente ora il traguardo è più vicino», dice mister Bonati. «La formazione? Ho fatto delle scelte, tenendo fuori molti titolari perché a Chieti serviva una partita di 100 minuti. Avevo bisogno di gente fresca mentalmente e fisicamente perché gli altri avevano speso molto. Una scelta azzardata, ma abbiamo corso come i pazzi nei primi 50’ e poi nella ripresa con gente più esperta abbiamo gestito la gara. I ragazzi sono stati eccezionali. Il campo è in condizioni disastrose, noi siamo andati oltre le nostre possibilità».
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