Conte, con la Germania un’altra rivoluzione

Il ct all’Allianz Arena pronto a cambiare l’attacco con Zaza e Bernardeschi Nella difesa a tre Rugani, Ranocchia e Acerbi e a centrocampo Jorginho titolare

Antonio Conte plurititolato da giocatore, pluriscudettato da allenatore di club, diplomato Isef per il profilo accademico ma maestro artigiano per vocazione. Anzi meccanico per la precisione. Nel suo garage ricavato a Coverciano non ha esitato a sporcarsi le mani di grasso e a mettere mano al motore dell’Italia. La sua Azzurra non ha la cilindrata e i cavalli della Rossa illustre connazionale, ma è riuscita comunque a mettere in difficoltà la Spagna che non sarà la Furia rossa di un tempo, ma resta pur sempre campione d’Europa in carica.

Nel circuito di Udine sulle corsie esterne il bolide azzurro ha fatto segnare il tempo più veloce e solo un grande De Gea ha impedito il successo. Il ct non ha rinnovato il contratto con la Figc perché gli manca il pane quotidiano del campo, è stufo di stare in garage ma vuole scendere in pista tutti i giorni. Però in quello stesso garage con guanti e tuta blu il tecnico operaio ha saputo declinare il ruolo del ct trasformandolo da selezionatore ad allenatore e riuscendo a imprimere il suo marchio di fabbrica tattico, ma anche il suo vangelo tecnico e spirituale. Conte ha saputo dare identità al gruppo e non ha avuto bisogno del codice deontologico di Cesare Prandelli per farsi rispettare e per far rispettare i valori e le regole del bene comune.

L’esempio è la vicenda Berardi-Insigne, messi in castigo per scarso attaccamento alla maglia. Ma Insigne è il giocatore più talentuoso dell’attacco italiano e Conte ha saputo recuperarlo senza contraddirsi e inducendo il partenopeo a chiedere scusa. Sul piano tattico la Nazionale ha sposato il 3-4-3 con una riproposizione del modello Juve, con qualche variazione sul tema. Corsa, velocità e ripartenze con uso ai limiti dell’usura delle corsie esterne.

Martedì sera a Monaco di Baviera, nell’amichevole con la Germania (ieri ko con l’Inghilterra, che ha rimontato dal 2-0 al 2-3) ci saranno diverse novità, ma l’allenatore pretende una prova di carattere e cuore, di gamba e cervello perché quella con i tedeschi non è per statuto una partita normale. È una sfida da vincere e i giocatori chiamati in causa dovranno guadagnarsi sul campo la convocazione. Verrà concesso un turno di riposo a Buffon, in difesa il ct medita l’impiego di Rugani, Ranocchia e Acerbi con De Silvestri e Antonelli sulle fasce mentre a centrocampo accanto al cerimoniere Montolivo e all’affidabile Soriano è probabile l’impiego di Jorginho, piedi brasiliani, nonni italiani e gioco però da tedesco. In avanti poi “tanta roba” con una prima opzione Bernardeschi, Zaza e Insigne, ma con El Shaarawy che scalpita. Ed è l’attaccante lucano del parco Juve che meglio di tutti incarna lo spirito del “meccanico” Conte: «Vogliamo andare a Monaco per vincere – spiega il centravanti di scorta della Juve – abbiamo dimostrato alla gente e soprattutto a noi stessi che se siamo concentrati, siamo forti. Personalmente la gara di martedì con la Germania la prendo come una piccola rivincita rispetto alla partita col Bayern Monaco, non ho giocato quella sfida di Champions League, ma ho sofferto assieme ai miei compagni della Juve. Speriamo bene per martedì. Non sono più l’attaccante ignorante di una volta e giocando poco nella Juve ho temuto di perdere la Nazionale, ma il ct non mi ha dimenticato».

Domani l’Italia si trasferirà a Monaco dove assaggerà l’ erba dell’Allianz Arena e martedì la classicissima, che non mette tre punti in palio, ma tanto prestigio.

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