Cozzella, quello schiaffo di Rosati

L'ex biancazzurro: un grande insegnamento

 PESCARA. Anche Vittorio Cozzella rimediò, quasi 30 anni fa, nel Pescara, uno schiaffo dal suo allenatore, Tom Rosati. Era la stagione 1983-84. Ma per l'ex attaccante e attuale direttore sportivo della Ternana, «quel ceffone fu un grande insegnamento. Lo apprezzai», dice oggi Cozzella, ricordando che allora finì tutto senza esoneri, con con un chiarimento negli spogliatoi. «Io e Rosati continuammo a stimarci e apprezzarci», sottolinea ancora il ds rossoverde. «A distanza di 30 anni, me lo ricordo ancora nitido e chiaro», spiega l'ex calciatore. «All'epoca però tanta attenzione mi diede molto fastidio. Anche se la situazione era completamente diversa. Stavamo disputando una partita di cartello contro il Como ed entrambe le squadre si giocavano la promozione in serie A. Vincevamo 2-0, quando un calciatore avversario mi colpì con una testata. Io mi girai di scatto in una sorta di reazione, ma senza toccarlo. Il guardalinee richiamò l'attenzione dell'arbitro e venni espulso, a mio avviso ingiustamente. Mi avviai verso l'uscita», ricorda ancora Cozzella, «e quando fui all'altezza della panchina, Tom Rosati mi si avvicinò e alzò un braccio. Pensai che volesse darmi una pacca sulla spalla per confortarmi e, invece, mi mollò un bel ceffone». In quel caso, però, Cozzella reagì. «Mi venne istintivo», dice, «restituire lo schiaffo». In quel caso non ci furono esoneri, né altri provvedimenti. «Finì tutto con un chiarimento», racconta Cozzella. «Stimavo molto Rosati e lui mi spiegò che in quel momento avevo messo a rischio l'esito della gara e della promozione, che la squadra doveva venire prima del singolo. Fu un grande insegnamento e lo apprezzai, anche se pensavo di non avere fatto nulla per meritare l'espulsione. L'Aic mi chiese anche se volevo procedere contro il mio allenatore, ma non ci pensai proprio. Il presidente del Pescara, Vincenzo Marinelli, lasciò che ci spiegassimo e ne restò fuori. La partita seguente giocai regolarmente». A Firenze, invece, è finita in maniera diversa, con l'esonero di Rossi. «La trovo una decisione esagerata: c'era una certa tensione», rileva Cozzella, «perché il ds Pantaleo Corvino è andato via, lasciando squadra e tecnico senza un filtro importantissimo. Delio Rossi è un tecnico sempre misurato, mai polemico. Per perdere così la testa deve essere successo qualcosa di grave. Avrei capito l'esonero se Rossi fosse stato recidivo». «E poi se esoneri l'allenatore devi cacciare anche il giocatore che ha provocato la reazione. Se no si usano due pesi e due misure».

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