Crescenzi, un terzino tante passioni: «Pescara, le macchine e la boxe» / VIDEO

Il terzino: «Mi piace la velocità, andavo all’autodromo a correre. Adoro il pugilato, a casa ho il sacco e mi scarico con qualche pugno»

PESCARA. Il signor Attilio gli ha trasmesso la passione per il calcio. Attilio è il padre del terzino del Pescara Alessandro Crescenzi. Da ragazzo ha militato nelle giovanili di alcuni club di C, poi un grave infortunio lo ha costretto a smettere. Da allora ha sempre seguito il figlio che ha mosso i primi passi nel Marino, la sua città natale, poi Atletico 2000, Lodigiani e, a dieci anni, il passaggio alla Roma. Uniti dall’amore per il pallone, divisi dalla fede calcistica, dal momento che Attilio è un tifoso sfegatato dell’Inter, mentre Alessandro è romanista. «Ma ora sono diventato anche pescarese. Ormai questa città è casa mia».
Grande appassionato di boxe, il difensore del Pescara che ha il mito di Mike Tyson è anche un amante delle macchine da corsa. Un hobby coltivato insieme a suo cugino, Manuel, che spesso lo portava con lui negli autodromi a provare l’ebbrezza della velocità.

Pescara calcio, intervista a Crescenzi: "A Bari a testa alta"
A Poggio degli Ulivi il terzino biancazzurro Alessandro Crescenzi intervistato ieri dal giornalista del Centro Giovanni Tontodonati dice: "Siamo da classifica alta, ma lo dobbiamo provare. Le potenzialità ci sono, dobbiamo soltanto ingranare". Sul Centro in edicola giovedì 9 novembre l'intervista integrale.

A 26 anni Alessandro Crescenzi è già padre di due bambini, Leonardo di 3 e Victoria di 7 mesi e mezzo. Due splendidi bimbi nati dalla relazione con Erica, la sua compagna, che ha conosciuto quando non è era ancora maggiorenne. Alessandro arriva a Pescara nell’estate del 2012, dopo aver accumulato due esperienze in B con il Grosseto e il Bari. In A non colleziona nemmeno una presenza e a gennaio si trasferisce a Novara. Nella stagione 2015-16 il ritorno in Abruzzo dove conquista la promozione in A con Oddo e nell’ultimo torneo conosce l’amarezza della retrocessione. Al suo terzo anno consecutivo con la maglia biancazzurra vuole tornare ad essere protagonista. «Il nostro obiettivo è stare in alto». Dopo un inizio tra alti e bassi, il Delfino deve trovare la continuità e la gara di Bari sarà fondamentale per capire il reale spessore dell’undici di Zeman.
Crescenzi, domenica sfiderà la sua ex squadra. Il Pescara è sfavorito?
«Non credo che il Bari sia più forte di noi. Andremo al San Nicola per vincere. Vero è che non abbiamo ancora trovato la continuità, ma sono convinto che il Pescara abbia i mezzi per battere chiunque».
Tra i biancorossi chi è l’avversario più pericoloso?
«Hanno una rosa molto forte. Se proprio devo indicare un giocatore dico Christian Galano. Ho giocato con lui a Bari e conosco alla perfezione le sue grandi qualità tecniche. È un ragazzo timido che evidentemente quest’anno ha trovato la giusta convinzione per fare il definitivo salto di qualità. Comunque, dovremo essere bravi a non sentire la pressione. Loro in casa hanno giocato sempre bene e dal pubblico hanno avuto una spinta pazzesca. Bari e Pescara sono due città simili nelle quali si vive di calcio».
Cosa le è rimasto dei 7 anni nelle giovanili nella Roma?
«Ho imparato tanto. L’ambiente era bellissimo e tutti gli allenatori mi hanno insegnato qualcosa. Da Stramaccioni a De Rossi, ma anche Di Livio e Spalletti. Ero un centrocampista, poi Stramaccioni mi cambiò ruolo schierandomi terzino destro e sinistro. E poi Spalletti che mi fece esordire in serie A nel 2009 a Genova contro la Sampdoria. Un’emozione indescrivibile».
Due figli a 26 anni. Una bella responsabilità, vero?
«E sacrificio aggiungerei. Pensi che da più di tre anni e mezzo dormo pochissimo (ride, ndr). È dura, però io e la mia compagna Erica siamo felicissimi. Matrimonio? Sì, ci abbiamo pensato ed entro un paio d’anni ci sposeremo».
È vero che lei è un grande appassionato di pugilato?
«Sì, mi piace vederlo in televisione e anche praticarlo. A casa ho il sacco da boxe e, soprattutto d’estate, mi alleno. Tirare qualche pugno mi permette di scaricare la tensione. Il mio idolo? Senza dubbio Mike Tyson, un campionissimo, sono cresciuto con il suo mito».
Poi ama la velocità. Come è nata la passione per le automobili da corsa?
«Quando ero adolescente mio cugino Manuel mi portava negli autodromi a provare. Mi piace molto l’ebbrezza della velocità».
A proposito, quando comincerà a correre il Pescara?
«Per il momento sembriamo una squadra indecifrabile che può vincere o perdere contro chiunque. Ma ora è arrivato il momento di accelerare e accumulare qualche punto in più per metterci al passo con le prime della classifica».
Zeman in difesa a destra sta ruotando lei, Zampano e Balzano. Ma lei ha giocato spesso anche a sinistra...
«Sì, negli ultimi anni ho ricoperto spesso il ruolo di terzino sinistro. Però non è un problema. Al contrario, per molti aspetti mi trovo meglio a destra. Ovviamente tutti vorrebbero giocare sempre, ma l’importante è che la squadra faccia risultato. Dobbiamo seguire l’allenatore che può insegnarci tanto».
Perchè state avendo difficoltà a capire il suo calcio?
«Ci vuole ancora un po’ di tempo per assimilare i suoi schemi. Non bisogna dimenticare che veniamo da una gestione, quella di Oddo, completamente diversa. Zeman vuole che appena riconquistiamo il pallone dobbiamo verticalizzare, mentre Oddo ci chiedeva di muovere la palla per trovare gli spazi utili. Dobbiamo sforzarci un po’ di più, ma a breve riusciremo ad accontentare il boemo».
Dove potrà arrivare il Pescara?
«Abbiamo le carte in regola per disputare un campionato da protagonisti. Se elimineremo i cali di concentrazione potremo stare tra le prime. E io ho molta fiducia nella nostra squadra».
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