L'allenatore Gianni De Biasi, nel 2016 ha portato l'Albania ai campionati Europei

CALCIO SERIE B

De Biasi: «Con Pillon il Delfino è in ottime mani» 

L’ex ct dell’Albania: «Memushaj ottimo calciatore e ragazzo straordinario. Brugman? Talento puro»

PESCARA. In questi giorni si sta rilassando nella sua casa di Villasimius, splendida località di mare della Sardegna. Gianni De Biasi attende una chiamata dopo la brutta avventura sulla panchina dell’Alaves. Lo scorso aprile, quando il Pescara ha esonerato Zdenek Zeman, dopo la breve gestione di Massimo Epifani, si era parlato di un suo possibile ritorno in riva all’Adriatico, dove da calciatore debuttò in serie A ’77-78. De Biasi non se l’è sentita di scendere in B perché era in trattativa con alcune Nazionali. Alla fine, al timone del Delfino è arrivato il suo amico e conterraneo Bepi Pillon. Nati entrambi in provincia di Treviso (De Biasi a Sarmede, Pillon a Preganziol), in passato sono andati spesso a vedere le partita insieme e tra loro c’è un ottimo rapporto. «Pillon è un allenatore preparato e una gran brava persona, gli auguro di disputare un’ottima annata con il Pescara», dice De Biasi. «Ad aprile è entrato in punta dei piedi risolvendo una situazione che stava diventando pericolosa. Quest’anno ha l’opportunità di allenare la squadra dall’inizio e sono convinto che farà un buon lavoro. Consigli? Nessuno, deve fare semplicemente ciò che sa fare. Per Bepi parla la sua storia. È un tecnico che ha raggiunto grandi risultati sia in A che in B. Poi è uno che non racconta balle, di lui ci si può fidare, non è affatto un millantatore».
Il Pescara deve riscattare le ultime due stagioni deludenti. «Non so quale sia l’obiettivo della società, ma c’è una discreta base. Brugman è un calciatore di categoria superiore, Capone è un ragazzo molto interessante e ci sono tanti altri elementi affidabili per la B». Discorso a parte per Ledian Memushaj, uno dei protagonisti del miracolo sportivo di Gianni De Biasi, il primo allenatore capace due anni fa di portare l’Albania in una fase finale dei campionati Europei. «Memushaj è un giocatore di enorme spessore e un ragazzo straordinario. Desiderava tornare a Pescara, dove ha un bel feeling con la piazza e i tifosi. È una trascinatore».
Dopo l’Europeo 2016 in Francia, De Biasi è rimasto un altro anno sulla panchina dell’Albania, poi ha rassegnato le dimissioni. Pochi mesi prima aveva ricevuto la proposta dell’Italia per prendere il posto di Antonio Conte, ma la Federcalcio albanese non lo ha liberato. L’Albania resta nel suo cuore. «Ho tanta nostalgia, sono stati cinque anni e mezzo molto intensi. Ho sbagliato ad andarmene così tardi (17 giugno 2017, ndr), tant’è che poi non ho trovato subito un’altra sistemazione. Però avevo bisogno di provare altre esperienze». L’ultima avventura all'Alavés, dove è stato esonerato dopo poco più di due mesi. «La stronzata più grande della mia vita. Mi sono fidato di persone che non conoscevo bene e un uomo della mia età non può commettere un simile errore». Al termine del Mondiale di Russia, per De Biasi si aprono le porte di un’altra Nazionale: la Polonia. Il presidente della federazione polacca, Zibì Boniek, ma poi non si fa più sentire.
In attesa di un’altra chance, De Biasi continuerà ad essere un commentatore della Rai. Il 15 agosto sarà a Tallinn per la Supercoppa europea tra Real e Atletico Madrid, e in seguito opinionista al 90° minuto. Durante la stagione, promette di fare un salto in Abruzzo per salutare Pillon e i suoi vecchi amici pescaresi. «Sono stato a Vasto (dove allenò nel ’92-93, ndr) tempo fa, ma a Pescara non vengo da anni e mi piacerebbe tanto tornarci».(g.t.)