l’ex giallorosso 

Di Francesco dall’illusione dell’Atalanta alla voglia di rivalsa con la Sampdoria

Non ha voluto aspettare la fine del contratto che lo legava alla Roma e restarsene alla finestra. Magari, nel frattempo, sarebbe potuta arrivare un’offerta da una big. Niente. Lui, Eusebio Di...

Non ha voluto aspettare la fine del contratto che lo legava alla Roma e restarsene alla finestra. Magari, nel frattempo, sarebbe potuta arrivare un’offerta da una big. Niente. Lui, Eusebio Di Francesco, è un uomo di campo e per questo motivo ha deciso di rituffarsi subito nella mischia dopo il traumatico divorzio dalla Roma.
Il suo nome era stato accostato al Milan prima che Leonardo andasse via, poi la grande occasione di restare ancora nel giro Champions. Era fatta con l’Atalanta se Gasperini fosse andato alla Roma. Ma la storia ha deciso diversamente e il Gasp è rimasto chiudendo in faccia al tecnico originario di San Giovanni Teatino le porte della Dea e della Champions. Gli si sono aperte, invece, quelle della Sampdoria. L’ha voluto Osti, l’amministratore che l’aveva portato a Lecce in un’esperienza finita male. Subito dopo quella di Pescara all’inizio della carriera in panchina. Lui, Eusebio, si è fatto corteggiare. Ha sparato alto sia sul piano economico che tecnico e quando ha capito che il management di Ferrero lo voleva a tutti i costi ha ceduto.
Situazione particolare quella doriana con una società che potrebbe essere ceduta da un momento all’altro, Ma, a quanto è dato sapere, la fiducia in Di Francesco accomuna Vialli a Ferrero. Quindi, si parte. Anzi, si riparte dopo l’esperienza romana. Il tempo ha ridato dignità all’operato di Di Francesco che in pratica nella passata stagione ha lavorato controcorrente in un ambiente dilaniato da lotte interne di potere e con un parco giocatori non adatto alle caratteristiche del suo gioco. Lo ha detto anche Totti che la Roma non ha comprato nemmeno un giocatore di quelli suggeriti da Di Francesco. E alla lunga il tecnico ha pagato il suo aziendalismo, trovandosi schiacciato tra la società che pretende risultati e la piazza che non gli dà tempo, men che meno riconoscenza per quanto fatto. Chiusa la parentesi giallorossa erano due le opzioni: aspettare una big oppure rituffarsi nella mischia, mettendo da parte quella semifinale di Champions con il Liverpool che lo aveva eretto al rango di allenatore internazionale. Quest’anno non farà le coppe europee. Avrà più tempo per preparare un gruppo che ha cultura del lavoro ereditata dall’altro abruzzese Marco Giampaolo. Che è stata la fortuna di Ferrero vuoi perché gli ha garantito plusvalenze vuoi perché non ha mai perso un derby. Fare meglio di Giampaolo alla Sampdoria significa arrivare in Europa. Per riuscirci dovrà metterci molto di suo, perché la squadra non sembra rinforzata granché. Via Praet e dentro Murillo, il potenziale tecnico non sembra mutato. Deve lavorare sodo Eusebio Di Francesco nella speranza che gli ultimi giorni di mercato gli regalino qualche gioiello che possa esaltare il suo 4-3-3. Di certo, anche con la Sampdoria Di Francesco sembra deciso a fare il suo calcio caratterizzato dal ritmo e dalla vocazione offensiva. Più pressing e velocità rispetto al predecessore che invece predilige la palla a terra e un gioco più ragionato. Di Francesco non intende rinunciare ai segni distintivi del suo calcio. Lo farà davanti a un pubblico dal palato raffinato che ha apprezzato il marchio di Giampaolo ed è in subbuglio per l’evolversi della trattativa societaria. La tifoseria è contro Ferrero e tifa affinché torni Gianluca Vialli, questa volta con il ruolo di presidente. Sarà fondamentale partire bene, onde evitare di finire schiacciato in questa morsa pericolosa.
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