Di Marco: fa male perdere così

Capitan Cialone: tramortiti all’inizio, poi ci siamo svegliati ma era tardi

PARMA. C’è inevitabilmente amarezza nella squadra dell’Aquila, sconfitta a Parma in una gara che avrebbe potuto significare ben altro. Ma c’è anche una serena autocritica, da parte di atleti che sono consapevoli di non essere riusciti a dimostrare tutte le proprie potenzialità in una gara dall’importanza estrema. Tra i primi uscire dagli spogliatoi nel post partita c’è l’atleta più giovane, il non ancora 19enne Filippo Di Marco, il quale, oltre a fare i complimenti alla squadra avversaria, ha analizzato la gara anche dal punto di vista tecnico, con la giusta lucidità nonostante la verde età: «Ci è mancato il gioco che durante tutto l’anno abbiamo prodotto», le parole di Di Marco, che non risparmia l’autocritica verso se stesso e i compagni. «La mischia ha fatto molto, ma questo non mitiga l’amarezza». È inevitabile che la squadra masticherà a lungo amaro per l’esito della contesa: «Resta la delusione di essere arrivati a giocarci la finale e non essere riusciti a portare a casa la promozione, è davvero un peccato», l’amaro sfogo del giovane atleta. Anche il capitano neroverde è sulla stessa lunghezza d’onda: «Non siamo partiti benissimo, il risultato è chiaro», dice perentorio Alessandro Cialone. «Nel primo tempo ci siamo fatti prendere alla sprovvista. Loro sono partiti a mille e ci hanno travolto, sono stati molto più cinici di noi. In queste partite essere concreti è molto importante e non siamo riusciti a esprimere questo tipo di qualità. In queste partite è difficile creare volume, creare il gioco, in queste finali ci vuole tanta precisione. I Medicei sono stati concreti e precisi».
Il capitano si esprime anche sulla mischia, e dice il suo “no” perentorio alla possibilità di cancellarla: «La mischia è un momento fondamentale in questo sport, chi vuole toglierla forse non ha mai giocato a rugby. Il rugby non può prescindere dalla mischia», la chiosa perentoria di Cialone. Ultimo a rilasciare dichiarazioni tra gli atleti aquilani è l’estremo/ala della squadra abruzzese Francesco Palmisano: «Eravamo molto carichi. Non saprei dire cosa non è andato per il verso giusto», confessa, «abbiamo subìto nei 20’ e questo ci ha penalizzato nel primo tempo. Ci siamo ripresi nel secondo, ma ormai il punteggio era irrecuperabile».(p.c.)
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