Disastro Ferrari, Hamilton miracolato 

Patatrac delle Rosse alla partenza. L’inglese della Mercedes sfrutta al massimo l’incidente e ora guida il Mondiale a + 28

MARINA BAY (SINGAPORE). Pronti, via, è disastro Ferrari. Il patatrac va in scena qualche metro dopo il via del Gp di Singapore, snodo importantissimo – se non cruciale – nella corsa alla conquista del Mondiale di Formula 1. La Ferrari aveva fatto tutto bene, preparato a puntino la doppietta per sognare il controsorpasso alla Mercedes, dopo il ko a Monza. Ma, dalle parti di Maranello, non avevano fatto i conti con l'imponderabile, che ha indossato i panni del giovane e spigoloso Max Verstappen, e di una partenza maledetta, su una pista bagnata e sotto la pioggia.
Vettel in pole parte lento, l'olandesino dalla seconda posizione lo affianca ma spunta Raikkonen da dietro a sinistra: le traiettorie si incrociano, la Rossa di Kimi tocca la Red Bull e poi va a sbattere sulla Ferrari di Vettel, e succede l'incredibile. Raikkonen e Verstappen subito fuori, con le due monoposto distrutte, Vettel costretto a fermarsi poche centinaia di metri dopo. È una botta durissima al morale Ferrari, oltre che alla classifica. Il disastro è completato dalla leadership in gara di Lewis Hamilton, subito acciuffata e conservata fino a quando non viene sventolata la bandiera a scacchi: l'inglese vede spianata la strada verso una vittoria assolutamente inattesa, e sembra quasi un segno.
Inevitabili le polemiche finali: Vettel è letteralmente scioccato, Raikkonen accusa Verstappen, ma l'olandese va giù pesante: «mi sono trovato tra un sandwich Ferrari, perché dovevo andare via solo io? Sono contento che siamo usciti in tre...». Parole che accenderanno ulteriormente gli animi, in attesa delle decisioni dei giudici Fia. Una notte delle streghe per gli uomini di Maranello che si materializza in poche curve e rischia di precludere il successo iridato alla Ferrari. Il Mondiale non è finito, per dirla come Arrivabene («lotteremo fino all'ultima curva dell'ultimo Gp»); la pole ferrarista di sabato è un messaggio preciso agli avversari, in questo senso, ma l'incidente di Singapore può rappresentare un importante crocevia per sogni e ambizioni sia della Ferrari, sia della Mercedes.
La cosa certa è che Hamilton è in fuga verso il Mondiale, con 28 punti di vantaggio su Vettel, quando mancano sei Gran premi alla fine di una stagione pronta a riservare ancora colpi di scena. Dopo la batosta di Monza è arrivato il patatrac di Singapore, in una notte da incubi. È grave non vincere un Gp partendo dalla pole e vedere il proprio rivale partire dalla quinta posizione e imporsi a mani basse. Un brutto colpo per Vettel e tutto l'ambiente. Che non fosse la sera giusta è arrivata la pioggia a confermarlo. Un evento imprevisto, che ha finito per far lievitare le speranze di Hamilton.
«Speravo che piovesse, ma c'è voluto l'aiuto di Dio per vincere questa gara. Serviva un miracolo», le parole del campione del mondo in carica. È rimasto senza parole il tedesco della Ferrari, che ha spiegato di aver «visto arrivare dagli specchietti Verstappen», ma non è stato in grado «di spiegare cosa sia successo fra lui e Raikkonen».
Mario Bellomo