Filippi e Segat, soltanto ori al femminile

Vincono rispettivamente i 200 dorso e i 100 farfalla, poi quattro argenti e due bronzi

PESCARA. Sono sempre più i Giochi rosa del Mediterraneo. L'Italia per il secondo giorno di fila porta a casa ori al femminile con Alessia Filippi e Francesca Segat; con Sabrina Esposito nella lotta libera. E' il nuoto a calamitare l'attenzione, anche ieri tutto esaurito alle Naiadi.

Ieri, lo squadrone del nuoto ha rimpinguato il medagliere azzurro non solo con i due ori di Filippi e Segat ma anche con quattro argenti portati a casa dalla staffetta 4X100 maschile, Cristina Chiuso e Gigliola Tecchio ex aequo nei 50 stile libero e Sebastiano Ranfagni nei 200 dorso. Questa specialità ci ha regalato anche il bronzo di Damiano Lestingi, mentre l'altro bronzo è arrivato dai 50 sl per merito di Federico Bocchia che ha contrastato i mostri sacri francesi Bousquet e Bernard, arrivati nell'ordine nella specialità più corta.

Una giornata particolare che ha regalato non solo tanti record dei Giochi frantumati ma anche la prima volta di una donna libica nel nuoto. In un profluvio di costumi ultratecnici e ultradiscussi, lei, Laila Kamal Fahrat si è presentata nella prima corsia di una batteria dei 100 farfalla con un costume normalissimo, come se ne vedono tanti sulla spiaggia di Pescara. E' arrivata ultima della sua batteria, ma la sua vittoria l'ha colta fuori dalla piscina (ha preso quasi 12" dalla Muffat e dalla Segat, ma non importa): per la prima volta nella delegazione della Libia c'è una rappresentanza femminile. Una vittoria delle donne e di Mario Pescante.

Un'altra bella favola arriva dal Marocco e la porta nel nome Sheherazade Ramond. Anche lei ultima in una batteria dei 100 farfalla, con sette secondi di ritardo dalla spagnola San Juan Cisneros, che chiuderà la finale al terzo posto.

Non è stata un'esperienza da mille e una notte per l'atleta del Marocco, ma è pur sempre una presenza importante. Il nord e il sud del Mare Nostrum mostrano facce diverse. I paesi del Nordafrica e del Medio Oriente vanno avanti con gli uomini nel pugilato, disciplina per tradizione povera. Ha attratto sempre atleti del sud del mondo, è stato il trampolino per il riscatto di economie povere.

L'Italia che è un po' la reginetta di questi Giochi, forte di una leadership che si è conquistata già nelle primissime edizioni di questa manifestazione. Eppure l'Italia finora a livello di eccellenza è sorretta solo dalle donne: uniche detentrici delle nove medaglie d'oro.

Con la Pellegrini sugli spalti a firmare autografi, a tenere alta la bandiera italiana ci hanno pensato Alessia Filippi prima e Francesca Segat poi.

La romana ha vinto uscendo alla distanza nei 200 dorso, che non è la sua specialità principe, anche se a Riccione negli assoluti aveva fatto il record italiano. Ieri, nella piscina olimpionica delle Naiadi, ha ritoccato due primati, quello dei Giochi e quello tricolore limandoli di 41 centesimi di secondo. Ha chiuso in 2'08"03 (ad Almeria aveva vinto in 2'12"65), precedendo la spagnola Duane De Rocha Mure (2'11"73) e la francese Alexianne Castel (2'12"43).

La Segat si è imposta nei 100 farfalla. nonostante una partenza lenta (28"20): ha virato al quinto posto dopo la prima vasca. In testa era la cipriota Anna Schoholeva in 27"60, seguita dalla spagnola San Juan Cisneros che chiuderà al terzo posto. Nella seconda e ultima vasca, la Segat ha iniziato una spendida rimonta che l'ha portata a vincere in 59"13, nuovo primato dei Giochi che cancella il 59"68 di Ambra Migliori ad Almeria. Sfiora la medaglia l'altra italiana in gara, Ilaria Bianchi, che chiude al quarto posto con il tempo di 59"88, dopo aver virato alla prima vasca al terzo posto in 27"89. ggi, altro piatto forte del nuoto con Luca Marin e, soprattutto, Filippo Magnini che se la vedrà nei 100 metri stile libero con il francese Bernard che gli ha strappato il record mondiale sulla distanza.