IL GIRO IN ABRUZZO

Franchi è il vincitore più anziano in vita 

Ha 94 anni e abita ad Alba: si aggiudicò la Genova-Torino nel 1950

Vive ad Alba Adriatica, circondato dall’affetto e dal calore delle figlie Lorena e Gina e dei nipoti. A 94 anni Franco Franchi è il più anziano vincitore di tappa del Giro d’Italia ancora in vita. E’ il testimone di un ciclismo che non c’è più. E che ancora oggi lo emoziona. E’ di Poggio Morello, comune di Sant’Omero, in provincia di Teramo. Lo chiamavano il “mugnaio di Poggio Morello”, dal momento che i genitori possedevano un mulino lungo il torrente Salinello.

Nel 1950, il 28 maggio, il successo nella Genova-Torino (quel giorno Magni lo lasciò andare con Alfredo Pasotti, Livio Isotti e un terzo che poi si staccò), il primo conquistato da un corridore abruzzese al Giro d’Italia. Per sei anni ha corso con Bartali. Franco Franchi è passato al professionismo nel 1949, con la Frejus (di Torino); nel 1950 con la Taurea; nel 1951 e 1952 corre con Magni nella squadra Ganna (di Varese); gli ultimi tre anni, dal 1953 al 1955, con la squadra Bottecchia (di Vittorio Veneto). Ha corso sei Giri d’Italia, due Tour de France (nel 1951 e nel 1952 con la squadra nazionale italiana), tre Giri di Svizzera. Nel 1955 l’addio alle corse; nel 1990 è stato insignito del titolo di cavaliere della Repubblica. E’ stato testimone diretto del passaggio della borraccia tra Coppi e Bartali, sul Tourmalet, nel Tour de France del 1952 che ancora oggi fa parlare e discutere il mondo del ciclismo. «Fu Coppi a passare la borraccia a Bartali», ha raccontato ad amici e parenti. E nell’abitazione di Poggio Morello c’è ancora oggi la gigantografia di Coppi e Bartali che si scambiano la famosa borraccia con la dedica a Franchi firmata da Gino Bartali. Che fino all’inizio degli anni Novanta è stato spesso ospite a casa Franchi. Due personaggi - Coppi e Bartali - diversi anche agli occhi di Franco Franchi.

«Coppi era un brav’uomo», il ricordo tramandato a figli e nipoti, «sempre tranquillo anche in corsa. Bartali era una persona squisita, ma quando s’infilava pantaloncini e maglietta si trasformava; la grinta sportiva prendeva il sopravvento e più nessuno poteva avvicinarlo. Era intrattabile». Un gregario prezioso, questo è stato Franco Franchi, uno che andava bene in salita. Ma non per questo si faceva mettere i piedi addosso. Fiorenzo Magni è stato un suo capitano, ma non ha esitato a rompere i rapporti per via di un episodio accaduto nel 1952 al Tour. «Mi fermai per riempire la borraccia», ha raccontato spesso, «feci una fatica enorme per rientrare in gruppo e quando gliela passai la gettò via perché l’acqua era troppo calda. Ci rimasi malissimo». A tal punto che gli disse chiaro e tondo: «D’ora in poi, amico mio, se vuoi l’acqua te la vai a prendere». Fine delle trasmissioni, anche a distanza di anni Franchi non ne volle sapere di Magni che pure aveva fatto un tentativo distensivo per mettere una pietra sopra l’accaduto.